Il tempo si è letteralmente fermato alla stazione di Miramare di Trieste

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Un gioiellino liberty di epoca asburgica, che consente di arrivare al castello di Miramare, attraversando il polmone verde di Trieste, che affascina il viaggiatore, perchè il tempo si è fermato in via Beirut, a  Grignano come in nessun altro luogo a Trieste.  Un gioiellino che è ora chiuso, ora aperto, ma che necessita di essere valorizzato, riqualificato. Purtroppo già in passato preso di mira da azioni di vandali, ragione per cui venne eliminato il glicine che caratterizzava la pensilina esterna, preso di mira con vandalismi che hanno comportato spese per migliaia di euro da parte di RFI per effettuare interventi di restauro di natura  conservativa. Quella piccola stazione affascina e non ha eguali in Italia, ed è auspicabile che si possano trovare le risorse, gli intenti, la volontà, per farla ritornare ai fasti di un tempo. Purtroppo il tempo fa il suo corso e dei lavori di manutenzione sono necessari per ripristinare quel bene storico che viene invidiato da chiunque si soffermi a

Report del corteo antifascista del 19 settembre di Gorizia contro Casapound ( foto)

E' innegabile, è incontestabile che quanto fatto dall'Osservatorio Regionale Antifascista del FVG, è importante, e politicamente anche significativo, perché non fare passare sotto l'indifferenza l'inaugurazione della sede di Casapound, e ricordo che il loro capo ha detto che sono d'ispirazione fascista e ciò lo vedono come un dono, è un qualcosa di non scontato. Anche perché il tutto è stato organizzato in pochissimi giorni e di questo se ne deve tenere, nella sua complessità, assolutamente conto. Ma non scontato soprattutto dopo il 23 maggio 2015. Abbiamo riempito, in quel giorno, le strade di manifestanti, di antifascisti, antimilitaristi, di contenuti. Gorizia è diventata un simbolo, un simbolo politico regionale. Non è casa o proprietà privata e non è un luogo ove solo pochi "eletti" hanno il diritto di prendere la parola in materia di antifascismo od antirazzismo. Anzi, quanto fatto dall'Osservatorio doveva servire da lancio affinché a Gorizia si creasse una situazione stabile di movimento, e la manifestazione del 19 settembre, ha avuto anche questo scopo, con il dispiacere di più di qualcuno. 
250 antifascisti, tanti e tante da Gorizia, con determinazione hanno ricordato che Gorizia è una città che ha una storia antifascista importante, che rifiuta i fascismi siano essi di ieri che di oggi. Diversi sono stati i tentativi finalizzati a depotenziare questa manifestazione, ma sono falliti. Gli antifascisti hanno comunicato le loro istanze alla città, a partire dalla stazione centrale dei treni, lì ove vi è la targa che ricorda la storica battaglia di Gorizia, passando dal Parco della Rimembranza ove diversi sono stati gli interventi sulla questione profughi,rifugiati, richiedenti asilo denunciando il trattamento degradante che continuano a subire in città per colpa di una politica scellerata di non voluta accoglienza. Il movimento si è sempre occupato della questione profughi ed immigrazione, ognuno di noi, nel suo piccolo, quotidianamente e nelle forme e modalità che reputa più opportune lotta contro ogni tipo di discriminazione e per l'accoglienza e tali interventi erano un mero obbligo e non sono mancati. Sotto le note di Bella Ciao si è poi entrati in piazza del Municipio, una piazza semplicemente blindata dove diversi interventi, e letture anche di documenti e lettere di carattere sia storico che politico ed antifascista, hanno accompagnato buona parte del presidio. Purtroppo, in quella che sembrava essere una piazza blindata, ove vi era il concentramento antifascista, dei provocatori casapoundisti, di cui uno con dei guanti neri, sono riusciti, in modo semplicemente inaccettabile, ad entrare, una provocazione che ha portato ad una inevitabile risposta che ha visto come reazione manganellate ed il ferimento di tre compagni antifascisti e non solo. La situazione poteva degenerare ma il comportamento come globalmente assunto ha evitato il peggio, un peggio non imputabile certamente all'Osservatorio Regionale Antifascista.

Dunque, tirando le somme, una giornata positiva per l'antifascismo, una giornata che dopo il 23 maggio evidenzia la necessità di “edificare” a Gorizia uno spazio, un luogo che sia d'aggregazione sia fisica che ideale per tutti coloro che hanno soprattutto costruito il 23 maggio e questo 19 settembre, uno spazio di movimento ed in movimento per la Gorizia di questo nuovo secolo.


Marco Barone

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