La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Una Trieste diversamente umorale




E giunto a Trieste, con il solito trenino che ha l'aria condizionata a mille, quando va bene, o semplicemente non funzionante, quando va male, ma il va bene od il va male è una valutazione del tutto soggettiva e personale, ecco spuntare il nuovo treno con scritto " Città di Trieste". Nella fase umorale da criticone, penserai: " cioè Trieste non è ancora una città metropolitana, ma già ha un treno tipico delle città metropolitane?". Nella fase umorale dove tutto va bene, anche se il mondo va a pezzi, ma non è il tuo mestiere quello di comporre o ricomporre il puzzle, pensi: "che meraviglia, ora sì che Trieste sembra enorme, voglio tutti i treni che da Ronchi Nord, perché la Sud è non funzionante, nell'attesa che facciano la stazione Est o la Ovest, abbiano quella scritta, Città di Trieste, siamo tutti una sola grande metropoli".

E poi nell'afa di questo agosto, ecco una via libera da auto, ma non dai motorini. Nella fase umorale da criticone penserai: " a Trieste scambiano le strade per piste, ora ho capito perché questa è la città delle assicurazioni", nella fase dove tutto va bene, se non di più: " guarda che colori, guarda che cielo, ed anche questa puzza di smog, ha un qualcosa di magico, di meravigliosamente metropolitano".


Lì ove l'URSUS continua a riposare, ecco una scena tipica di Trieste, due pescatori. Fase umorale da rompi...:" ma nessuno vieta a costoro di pescare lì? Sarà mica legale?" Nella fase del meravigliosamente tutto va bene: " che poesia, lì l'Ursus, e poi uno dei mestieri più antichi del mondo, il pescatore, e pensare che Trieste una volta viveva anche di pesca, tradizione che resiste in questa frenetica modernità".

Alle spalle dei due pescatori, appare una vespa.
Nella fase umorale del mega rompi: " ma dico, proprio qui doveva parcheggiare, ma i vigili dove sono? Sotto l'Impero Austro Ungarico queste cose non accadevano, ma da quando è arrivata l'Italia...". 


Nella fase del superlativamente meravigliosamente bene: " E mentre Eva attende l'Ursus, questa vespa, i cui colori si armonizzano con il tramonto che arriverà su Trieste, sembra di vivere un meraviglioso film, ma senza telecamere, senza attori, senza comparse".


E poi nei pressi del molo Audace, ex San Carlo. Fase, beh oramai avete capito: " Ma come può questa barca stare qui? Barche di mega lusso dovrebbero stare qui, non è questo il destino di Trieste, la Montecarlo d'Italia? Ed allora?".
Nell'altra fase, invece..." Il tempo qui si è fermato, non so quando, e neanche in che anno, epoca, secolo. Ma che importa? Vivi questa cartolina, è per te. Sì, vivila per te, in un tempo ove vi sono quelli che rottamano l'ideologia e perdono la testa per la tecnologia e pensano di curare un mal di testa solo con l'aspirina quando è il cervello che batte la testa non per fare un ace ma per ricordarti che tipo di persona sei. Vi sono alcuni che cantano che questa è la generazione boh altri che è quella del si salvi che può, chiedi tempi migliori e senza valori non conoscendo i tempi peggiori e la generazione senza età vive e convive senza sapere perché alla fine devo chiedermi il perché? Ci sono quelli che si amano per poi odiarsi, quelli che si odiano senza essersi mai amati, quelli che insultano e picchiano i migranti, quelli che hanno dimenticato il loro passato di valigia e sogni infranti, quelli che camminano guardando cellulari, quelli che nei cellulari guardano senza poter camminare, quelli che per non pensare si chiudono nella radio, quelli che pensano come evitare le onde radio, quelli che litigano per squadre di calcio milionarie e poi a casa non hanno neanche da mangiare. Già. Ed in tutto ciò, Chiara Trieste va oltre e tu, seguila".

Infine, ecco l'entrata sul palco più grande d'Italia, che affaccia sul mare, Piazza Grande o dell'Unità. Qui pensieri meravigliosi o super critici si perdono, si confondono, perché le cose da dire, con la storia di quella Piazza, sono così tante, dall'Impero, al fascismo, al nazismo ecc, che il silenzio è quello che conta. E lo conti. Nell'attesa che quelle nuvole che si apprestano, come sempre, a conquistare la Piazza di Trieste, spazzino via ogni sentimento, e diano spazio allo stupore per poi conoscere e capire cosa è stata e cosa è oggi questa difficile ed umorale Trieste.


Marco Barone

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