Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Se l'Invalsi cambia sede perché Villa Falconieri era fuori norma



Oltre 300 mila euro, a carico del bilancio dell'Invalsi,ergo Stato italiano, e l'Istituto si trasferisce dalla storica Villa Falconieri in Frascati, a Roma Via Ippolito Nievo 35. Perché?  Le motivazioni sono riportate in una determinazione n. 26 del 9 febbraio 2015. 
Qui si legge che“la nota prot. n. 2013/9298/DR‐ST‐PARC del 16 maggio 2013 con la quale l'Agenzia del Demanio,in seguito a sopralluogo effettuato presso Villa Falconieri sede dell'INVALSI ha sottolineato la inidoneità dell' immobile, soprattutto in termini di sicurezza, dovuta alla fatiscenza dello stesso ed ha avanzato una proposta di razionalizzazione indicando, quale nuova sede dell'Istituto, gli spazi presenti nell'immobile sito in Roma in via Ippolito Nievo n. 35, di disponibilità del MIUR” dunque, stante “l'estrema urgenza di procedere all'affidamento dei lavori di ristrutturazione dei locali posti al piano sesto e settimo dell'edificio sito in via Ippolito Nievo, 35 Roma, dovuta alla necessità di scongiurare situazioni di pericolo per persone e cose, emerse dai citati sopralluoghi realizzati presso l'attuale sede dell'INVALSI dall'Agenzia del Demanio e dal Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco, nonché alla circostanza che, al momento, l’INVALSI è già assegnatario della nuova sede e, conseguentemente, risulta opportuno ridurre al minimo il tempo per effettuare i necessari lavori di ristrutturazione anche in considerazione del beneficio per la finanza pubblica derivante da una sollecita restituzione al Demanio dell’immobile attualmente in uso” si delibera lo stanziamento della somma come indicata in premessa per provvedere al trasferimento, come avvenuto in questi primi giorni di agosto 2015. Diversi pensieri sorgono. Il primo, quello forse più cattivo, è che neanche la facciata sono in grado di curare, come Stato italiano. Ci hanno presentato l'Invalsi come modello efficiente, valido, che deve essere apprezzato, lodato, e lo Stato il suo caro e prezioso modello da lodare dove lo ospitava? In un luogo che rischiava di crollare da un momento all'altro? Un luogo fuori norma, per quanto concerne la sicurezza, dove addirittura, stante la lettura della nota indicata in premessa, sembrava imminente il rischio del pericolo per persone e cose, ergo lavoratori, molti dei quali sono soprattutto precari?

nota: pubblicato per Tecnica della Scuola 

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