C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

Immagine
    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Una giornata nazionale contro il crocifisso nelle scuole

Il 30 aprile del 1924 con il Regio decreto n 965( pubblicato il 25 giugno), nel fascismo, si introdurrà la prima norma, di rango superiore rispetto ad una semplice circolare, come simbolo del processo di conciliazione con la Chiesa, volta a definire la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche per le scuole medie, ora scuole secondarie di primo grado. Come è noto, ci sono già state diverse iniziative, lotte e battaglie su tale questione, che hanno comportato severi procedimenti disciplinari, sanzionati per aver rimosso un crocifisso da una scuola secondaria di secondo grado, pur non esistendo normativa specifica in materia per il detto ordine di scuole, e per aver rivendicato il giusto incontestabile diritto di operare in un luogo di lavoro privo di simboli religiosi, confessionali o facenti capo ad una presunta civiltà e cultura cristiana, che poi altro non sarebbe che una concezione biblica della vita, dal concetto di creazione, alla redenzione, ai dogmi di Cristo. Dogmi, concetti e precetti che, oggi, nel terzo millennio, pensando per esempio al caso dell'omotransfobia, vedono nel Papa, il massimo rappresentate della Chiesa, ed il massimo difensore in qualità di rappresentate della religione cattolica, dunque della civiltà e cultura cristiana, affermare continue nefandezze nei confronti di chi è omosessuale,trans,lesbica. Nefandezze che non sto qui a riportare, perché note, ma posso assicurare che tanto male hanno fatto e continuano a fare alla dignità delle persone. Nefandezze che legittimano comportamenti, atti denigratori nei confronti di chi vive legittimamente la propria libera differenza, quella che nuoce alla civiltà presunta, alla cultura, presunta, cristiana. Quale sarà il prossimo passo? Giurare su dio, per poter lavorare? Ed allora penso che sia il caso di attuare una forte e simbolica, ma importante, giornata di lotta e protesta, e pensavo al 30 aprile, per i motivi come espressi in premessa. Una giornata nazionale per la libera differenza, per la rimozione del crocifisso dalle aule scolastiche, per la difesa della propria dignità, della civiltà laica. Solo se collettiva, condivisa, la lotta sarà efficace e nello stesso tempo se generalizzata e diffusa contestualmente su tutto il territorio nazionale, sarà possibile difendere compiutamente i propri diritti. Cosa dovrà fare il MIUR sanzionare centinaia di migliaia di docenti, per difendere una scuola assoggetta a simboli religiosi, confessionali e cristiani? 

Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot