Il tempo si è letteralmente fermato alla stazione di Miramare di Trieste

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Un gioiellino liberty di epoca asburgica, che consente di arrivare al castello di Miramare, attraversando il polmone verde di Trieste, che affascina il viaggiatore, perchè il tempo si è fermato in via Beirut, a  Grignano come in nessun altro luogo a Trieste.  Un gioiellino che è ora chiuso, ora aperto, ma che necessita di essere valorizzato, riqualificato. Purtroppo già in passato preso di mira da azioni di vandali, ragione per cui venne eliminato il glicine che caratterizzava la pensilina esterna, preso di mira con vandalismi che hanno comportato spese per migliaia di euro da parte di RFI per effettuare interventi di restauro di natura  conservativa. Quella piccola stazione affascina e non ha eguali in Italia, ed è auspicabile che si possano trovare le risorse, gli intenti, la volontà, per farla ritornare ai fasti di un tempo. Purtroppo il tempo fa il suo corso e dei lavori di manutenzione sono necessari per ripristinare quel bene storico che viene invidiato da chiunque si soffermi a

#Scuola: Quali sono gli insegnanti che non dimentichiamo?



Quali sono gli insegnanti che non abbiamo mai dimenticato? Questa è una domanda che Massimo Recalcati nel suo libro L'ora di Lezione, edito da Einaudi, pone e la risposta che offre è in sostanza la seguente: “sono i maestri che non scordiamo, quelli che hanno lasciato un'impronta indelebile dentro di noi” (…) “la trasmissione dell'amore per il sapere, gli insegnanti che non abbiamo dimenticato e di cui ricordiamo bene i nomi, il timbro della voce, la figura, coi quali abbiamo una relazione di debito e di riconoscenza sono quelli che ci hanno insegnato che non si può sapere senza amore per il sapere”.
Sì, è vero che in parte gli insegnanti, i docenti, le maestre od i maestri, dalla Scuola all'Università, che non dimentichiamo sono coloro che hanno saputo trasportare lo studente nel mondo del sapere, accendere l'amore ma anche la passione per il sapere, la curiosità per il sapere, edificare uno o più ponti per il sapere, infiammare la voglia di sapere per il sapere e nel sapere.
Però, è altrettanto vero che spesso i ricordi che si hanno della scuola non sono sempre quelli positivi. La scuola è incredibilmente impattante per la formazione dell'individuo, è nella scuola che si cresce che si diventa lentamente adulti, è nella scuola che si plasma il pensiero, è nella scuola che nasce il senso di ribellione o di obbedienza, è nella scuola che l'individuo può chiudersi nella sua solitudine o vivere la comunità. Il ruolo, il compito, che non è né missione e né una vocazione religiosa del docente è di una responsabilità sociale determinante. 
Può bastare una sola parola, un solo gesto per condizionare la visione, la prospettiva dello studente verso il mondo e la società, può una sola ora di lezione condurre lo studente nel mondo del sapere o nel mondo del rifiuto del sapere. I ricordi che spesso dominano nella mente delle persone, quando si pone la stessa domanda che ha formulato l'autore del libro L'ora di lezione, corrono sempre nella direzione dell'amore del sapere? 
Si ricorda con più facilità che ti ha fatto odiare la scuola, chi non ti comunicava nulla, chi effettuava la lezione limitandosi alla fredda lettura dei libri di testo, chi era rigido, chi era autoritario, o chi ha saputo trascinarti,guidarti nell'universo infinito ed indeterminato del sapere? Risposta tanto soggettiva quanto oggettiva. Soggettiva perché sono le esperienze personali, individuali, spesso condizionate anche dall'ambiente sociale e familiare di provenienza a condizionare i ricordi ma anche oggettiva perché un docente, in qualsiasi grado d'istruzione operi, sia questo scolastico che universitario, viene identificato come cellula vitale della Scuola e dunque come la Scuola che hai vissuto ma anche perché di norma le cattive esperienze sono quelle che più facilmente finiscono nell'oblio. 
Ognuno di noi ha delle idee diversificate, contrastanti e spesso per nulla concilianti, in merito alla considerazione del buon docente o cattivo docente, ma anche del buon preside e cattivo preside. Certamente esistono dei programmi ministeriali, programmi che esprimono l'indirizzo politico che ogni governo vuole conferire alla scuola, certamente esiste la condizione della prospettiva individuale, ove un singolo autore od un singolo fatto od atto storico possono essere presentati in modo diverso. Il docente deve essere la chiave della porta del mondo del sapere, deve indicarti quali sono le possibili strade da percorrere, deve fornirti gli strumenti oggettivi di lettura del mondo senza essere condizionato da dogmi imposti. Ma se questa chiave si rompe ancora prima della consegna nelle mani dello studente, la scuola rischierà di diventare un mero incubo. Dunque, per concludere, a parer mio si possono ricordare sia i cattivi docenti che i buoni docenti, sia la cattiva scuola che la buona scuola con la stessa intensità perché nel bene o nel male sia un pessimo impatto che un buon impatto nella scuola sarà determinante nel percorso vitale e formativo di qualsiasi persona, con la differenza, sostanziale, che conseguentemente l'ultimo giorno di scuola potrà divenire come momento di liberazione da un mero incubo o come tappa positiva della vita che ti attende oltre l'ultimo suono della campanella. 
Certamente identificare il docente, il ricordo del docente, l'operato del docente con la Scuola nel suo complesso è una enorme responsabilizzazione di questa figura sociale e professionale e di questo ne sono pienamente consapevole.

Marco Barone

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