C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Trieste: alcune considerazioni sulla mozione 1954/2014 del Consiglio Comunale. Come si reinventa la storia


Che questi tempi siano turbolenti è un dato di fatto incontestabile, ma a volte capita che in questa società i sentimenti nazionalistici riescono ad andare oltre ogni surrealismo, oltre ogni intento visionario, perché semplicemente riscrivono la storia inventandola ex novo. Il 21 luglio del 2014, il Consiglio Comunale di Trieste,ha approvato il seguente testo, come proposto da area di destra :

MOZIONE URGENTE
Oggetto: 26 ottobre 1954-2014
I sottoscritti consiglieri comunali

Preso atto che il 26 ottobre 2014 ricorre il sessantesimo anniversario del ritorno definitivo di Trieste all’Italia; Ricordato che il 2014 è l’anno delle celebrazioni dell’inizio della Prima Guerra Mondiale e del lungo Novecento che ha visto Trieste contesa fino al Memorandum di Londra che la riunificò alla Madre Patria; Evidenziato che in un anno ricco di celebrazioni non si può dimenticare questa data simbolo di tutto il Novecento per l’Italia, per Trieste e per tutto il confine orientale, compiendo atti di “giustizia storica” anche nei confronti di quanti si sacrificarono e morirono per l’italianità della Città; 
IMPEGNANO 
il Sindaco e la Giunta a commemorare degnamente l’anniversario ed i suoi protagonisti attraverso:
• la convocazione di un Consiglio comunale straordinario che commemori l’evento;

• il conferimento della Cittadinanza Onoraria all’VIII Reggimento Bersaglieri di cui facevano parte i reparti italiani che per primi giunsero in Città il 26 ottobre 1954; .l’intitolazione di una via cittadina o l’apposizione di una targa che commemori la fine dell’occupazione jugoslava il 12 giugno 1945 e la fine della seconda guerra mondiale per Trieste

Sul punto è già intervenuta Claudia Cernigoi, con puntuali osservazioni, e probabilmente seguiranno altri interventi in materia anche da altre realtà. Alle considerazioni già maturate, voglio però aggiungerne delle altre. Si parte scrivendo che il 26 ottobre ricorre l'anniversario del ritorno definitivo di Trieste all'Italia. Quella data può essere ritenuta come l'inizio della riannessione di Trieste all'Italia, certamente dal punto di vista storico e giuridico e globale non la si può intendere come la data del ritorno definitivo di Trieste all'Italia. Per esempio sarà con la istituzione della Regione del FVG che l'Italia inizierà ad esercitare la sovranità su Trieste, e parliamo dunque del 1963 ed il tutto si perfezionerà con il Trattato di Osimo del 1975 e ratificato solo nel marzo del 1977. E' dunque anche errato scrivere che Trieste risulterebbe essere stata contesa sino al Memorandum di Londra del 1954, intesa politica, non avente valore e forza di Legge e di Trattato internazionale, poiché la contesa di Trieste si è risolta definitivamente solo con il Trattato di Osimo del 1975 od eventualmente con la costituzione della Regione FVG. Certamente il 26 ottobre del 1954 è stata una data simbolo per Trieste, ciò è indiscutibile, ma è discutibile, invece, quando si scrive che il ricordo deve riguardare tutti coloro che si sacrificarono e morirono per l'italianità di Trieste. Siamo alle solite, si ricorda sempre e solo ciò che si vuole ricordare, senza dimenticare, a tal proposito, che molti di quelli che si "sacrificarono e morirono per l'italianità di Trieste" nei confronti dei quali, con tale mozione come approvata si vorrebbe realizzare un mero atto di "giustizia storica" furono anche fascisti, ovviamente non solo fascisti, ma vi erano anche loro, ed è chiaro che quando si propongono formule tanto generiche quanto astratte, come quella ora citata, vi rientreranno anche i fascisti tra i martiri per l'italianità di Trieste, e nel mentre di tutto ciò si censurano le violenze, ad esempio, delle tre giornate del settembre del 1947, le aggressioni fasciste e nazionaliste subite dagli sloveni e dai comunisti, con la complicità delle truppe occupanti. 

Si scrive che si vuole conferire la cittadinanza onoraria all’VIII Reggimento Bersaglieri di cui facevano parte i reparti italiani che per primi giunsero in Città il 26 ottobre 1954. Su una rivista periodica dello Stato Maggiore della difesa si legge quanto segue: "Nell’Ottobre del 1954, presso il Distretto Militare a S. Giusto, era operante il Centro Assistenza Personale Aeronautico costituito da circa dieci Sottufficiali dell’A.M. Questo gruppo, già presente in città da tempo, operava, con il consenso delle Autorità Militari Alleate in abiti borghesi ed in comune accordo, avrebbero preso il controllo dell’Idroscalo alle ore 00.00 del 26 Ottobre 1954, momento dell’annessione ufficiale di Trieste alla Madre Patria. Quel gruppo di uomini, erano i primi soldati italiani presenti in città”. E si dimenticano comunque sia le forze di polizia e carabinieri che entrarono in città prima di quel reggimento. Si scrive poi anche che si realizzerà l’intitolazione di una via cittadina o l’apposizione di una targa che commemori la fine dell’occupazione jugoslava il 12 giugno 1945 e la fine della seconda guerra mondiale per Trieste. Sulla questione dei 42 giorni di Trieste e sulla targa della falsa liberazione ho già scritto, in passato evidenziando che i partigiani jugoslavi hanno liberato Trieste dal nazifascismo ed hanno amministrato la città provvisoriamente sino al 12 giugno 1945, dopo 42 giorni di amministrazione jugoslava ci sarà un semplice passaggio di consegne alle truppe alleate e dunque anche loro diventeranno amministratori sino alla notte del  25 ottobre 1954, dunque o entrambi sono amministratori od entrambi sono occupanti, voler ricordare nello specifico solo la fine dell'amministrazione jugoslava è un mero atto fazioso e di falsità storica e pretestuoso per evidenti fini ideologici nazionalistici anti-jugoslavi. Rinvio a tal proposito a due miei precedenti interventi in materia:




Sul fatto che le truppe alleate venivano definite come occupanti, cosa che a qualcuno continua ancora a sfuggire, ciò non è un mistero, basta vedere i titoli dei giornali di quel tempo od i dibattiti emersi anche in sede istituzionale.

Dunque si omette volutamente un pezzo di storia in modo chiaro fazioso ed inequivocabile. Ma la cosa più grave è il voler fare coincidere la fine della seconda guerra mondiale per Trieste con il 12 giugno 1945, o con il 26 ottobre del 1954. Invenzione faziosa e nazionalistica di sana pianta della storia che comunque non lascerà certamente indifferenti. 
Ciò su cui ci deve invece interrogare è quanto può ancora essere accettato che il PD, o parte di esso, comunque la parte più rilevante, che vede anche una buona parte dei propri iscritti essere iscritti all'ANPI, sostenere  una prospettiva della storia che non può coincidere proprio per nulla con quella difesa dall'ANPI?
Insomma un nuovo esempio di memoria condivisa, nata a Trieste e che probabilmente troverà morte anche a Trieste, irrispettosa verso chi ha realmente lottato per la nostra libertà, sovversiva rispetto alla reale storia fattuale e non solo, folle e barbaricamente irrispettosa delle vittime dei carnefici italiani brava gente. Vittime che si continuano a dimenticare, o meglio volutamente a rimuovere dalle pagine di storia rientranti nella operazione memoria condivisa, condivisa dall'oblio, condivisa nella voluta ignoranza di fatti ed atti che minerebbero l'immagine postrisorgimentale dell'italiano eroe, dell'italiano vittima, dell'italiano che non ha mai colpe, perché le colpe sono sempre degli altri. 
Ed attenzione, perché la memoria condivisa, con la scusante artificiosa del superamento di ogni ideologia, come se questa non fosse operazione ideologica, porterà presto alla riabilitazione degli aspetti più rilevanti fondanti il fascismo o di parte di esso.
E diciamolo pure, il vero scopo di tutto ciò, della mozione ora commentata, è strumentalizzare il 26 ottobre 1954 per demonizzare i 42 giorni di amministrazione provvisoria di Trieste dei liberatori della città dal nazifascismo, è demonizzare il comunismo jugoslavo, è demonizzare i partigiani jugoslavi per santificare il nazionalismo italiano, è chiaro sentimento di ostilità ed avversità verso la Jugoslavia, condannando ex ante ogni processo rientrante nella contestualizzazione storica di quel periodo e rimuovendo ogni causa, plasmando nella mente del tempo delle generazioni che verranno l'idea che gli italiani non erano fascisti, ma povera umile ed innocente ed ingenua ed anche martire gente che hanno subito il fascismo; falsità storica tanto incredibile quanto credibile perché vicina al suo compimento.
Certo, molti furono indotti ad avere la tessera del PNF per non morire di fame, come diranno alcuni, ma la maggior parte degli italiani hanno sostenuto attivamente il fascismo, perché fascisti dentro e fuori. Poi da buoni opportunisti, quando il vento del potere è mutato, molti di loro diventeranno antifascisti, tradendo i propri alleati, per l'ennesima volta, unendosi, alcuni di loro, alla battaglia con i veri antifascisti, i partigiani, per poi realizzare e concretizzare, con operazioni mirate e studiate, quel distacco che prevede da un lato la totale equiparazione tra il secondo fascismo (perché è in corso l'assoluzione del primo fascismo) nazismo, prodotti reazionari del capitalismo, con il nemico assoluto del capitalismo, quale l'idea del comunismo, e dall'altro il senso del vittimismo di chi  ha subito, da buon martire, solamente il fascismo con lo scopo finale di assolvere gli italiani. Italiani mai puniti per i crimini contro l'umanità compiuti durante il fascismo.


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