L'onorevole
Brandolin, nella seduta del giorno 28 maggio del Comitato
parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen,
di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in
materia di immigrazione, ha chiesto di acquisire notizie in merito al
CIE di Gradisca d'Isonzo. Il Ministro Alfano ha risposto in
questo modo: “ La struttura attualmente necessita di lavori per il
ripristino della sua piena funzionalità a seguito degli episodi di
danneggiamento connessi ai disordini registratisi al suo interno
nell'ottobre e novembre scorsi. L'ipotesi
di una riapertura del centro e di una sua possibile destinazione
all'accoglienza dei richiedenti protezione, in considerazione del
loro crescente numero, è oggetto di un'attenta riflessione da parte
del Ministero dell'interno, che non mancherà di confrontarsi con gli
organi di governo locale.
Su un piano più generale – e con questo intendo rispondere ai
quesiti posti dall'onorevole Campana – prosegue l'opera di
revisione del capitolato generale d'appalto relativo alla gestione
dei centri governativi al fine di razionalizzare e di migliorare la
qualità dei servizi e le condizioni di vivibilità. In tale ottica,
verranno anche rivisti i prezzi posti a base delle gare per
l'affidamento della gestione dei centri, anche in rapporto alla loro
capienza”. Dunque non si parla esplicitamente e neanche
indirettamente della chiusura del CIE, ma rimane comunque certamente
in piedi l'ipotesi, molto concreta e reale, di una destinazione
globale a CARA. Situazione che sarà in evoluzione ben tenendo conto
del fatto che l'emergenza ordinaria degli sbarchi e delle condizioni
di sfruttamento della disperazione e delle speranza illusoria di
migliaia di migranti certamente durante il periodo estivo
incrementerà senza mai dimenticare di guardare anche alla situazione
in Ucraina, sempre più calda e tesa,che, se esploderà in modo
incontrollabile, in qualche modo, interesserà, ovviamente anche la
nostra Regione. Intanto, cosa accade? Da diversi mesi, alcuni richiedenti asilo, provenienti dal Cara di Gradisca sono ospitati anche nella struttura ricettiva di via Trieste di Gorizia, ovvero presso l'Hotel Internazionale. Sul Messaggero Veneto del marzo 2014 si legge quanto ora segue: “Per ciascun immigrato la Prefettura riceve dal Viminale 30 euro al giorno, girati alla proprietà dell’hotel Internazionale. Che ora tuttavia, legittimamente, chiede al Tavolo di attivarsi per trovare una soluzione alternativa, per consentire la piena ripresa della regolare attività ricettiva alla vigilia della bella stagione. L’Internazionale, se non altro, stando a quanto riferito da Cecot, ha ricevuto la prima tranche dei pagamenti per il soggiorno degli immigrati, dopo che nei primi due mesi – anche per ragioni squisitamente burocratiche e per responsabilità direttamente ascrivibili al ministero dell’Interno – si era registrato un ritardo nell’accredito dei rimborsi. Nelle prossime ore, intanto, la convenzione tra le parti sarà rinnovata per altri due mesi, fino cioè al 20 maggio”. Arriva la bella stagione, anche se per Gorizia bisognerebbe capire cosa voglia intendersi per bella stagione, ma rimanendo nei canoni tipici del turismo, indichiamo il periodo fine maggio metà settembre circa, e cosa accade?
Dopo mesi di silenzio si risvegliano forze neofasciste, ed ecco fiamma tricolore che scoprirà la struttura di via Trieste, convocando un presidio contro i richiedenti Asilo.
E successivamente, ovvero il 21 giugno, in quella struttura, verrà ospitata una iniziativa della nota forza politica di estrema destra Forza Nuova.
Come è noto, entrambe, sono forze politiche che hanno delle posizioni ben note sulla questione della immigrazione e dei migranti. Ovviamente, vi è stata una buona risposta da parte del movimento antifascista, da parte dell'Osservatorio Regionale Antifascista del Friuli Venezia Giulia e non solo.
Una delle reazioni emerse, e non poteva che essere ovvia, è stata quella di chiedersi e gridare per le strade di Gorizia, quale compatibilità vi possa mai essere tra una struttura convenzionata con apparati ministeriali per ospitare richiedenti asilo e dunque persone che dovrebbero avere la massima protezione e tutela, e l'aver accolto, in quel luogo, un convegno di una forza politica quale Forza Nuova. Vi sono delle coincidenze temporali, dei strani risvegli, che non passano certamente in modo silente ed indifferente. Non essendoci, ad oggi, a quanto pare, altra soluzione voluta da parte del sistema istituzionale, è auspicabile che quelle persone lì ospitate possano essere accolte in condizioni di sicurezza, e la Prefettura, in primis, vista la particolarità della situazione, dovrebbe e deve impedire l'assoluto svolgimento di iniziative politiche, sia all'interno che all'esterno di quel luogo, da parte di realtà e soggettività che non dovrebbero neanche esistere, ma visto che esistono, e visto che la nostra società istituzionale in qualche modo le legittima, alla faccia del sangue versato dalla resistenza contro il fascismo e nazismo, bisogna prenderne atto, ma non per questo accettare il tutto come fattore ordinario e normale.
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