C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Strategia della Tensione e P2 gli appunti del “sequestro Maletti”


Nel novembre del 1980 vennero sequestrati, presso l'abitazione del gen. Gianadelio Maletti due appunti cronologici; il primo sulle tappe salienti della « strategia della tensione », il secondo sull'attività del Reparto «D» del SID negli anni in cui il gen. Maletti ne era a capo. Questo intervento si focalizzerà sulla prima parte dei documenti che contengono una dettagliata cronistoria dei fatti accaduti dal 1968, periodo indicato, negli appunti, come annodi  “rottura” sino al 1976 indicato, invece, con un punto interrogativo.

Si parte con note sul 1968 dal maggio francese al risveglio della primavera praghese, alla vittoria delle elezioni di Nixon e si precisa che “l'Italia già figura nei programmi della Casa Bianca, del Dipartimento di Stato e del Pentagono come regione instabile, da sorvegliare ed eventualmente “puntellare” dopo le illusioni del centro-sinistra compiacentemente autorizzate dalle “teste di uovo” americane come Kennedy alla presidenza”. Si scriverà che “l'Italia è condannata ad essere oggetto e mai soggetto di politica internazionale , né la classe dirigente, per suo tornaconto, intende modificare questa condizione". É impressionante leggere l'elenco dei Servizi operanti in Italia, da quelli americani a quelli tedeschi,francesi, inglesi, arabi e greci israeliani, spagnoli, portoghesi olandesi, jugoslavi, cino-albanesi, e quelli del Patto di Varsavia .


Il 1969 verrà intitolato con attentati.
Si citeranno i gruppuscoli dell'ultradestra evoluzione del Fronte Nazionale, si citerà Ordine Nuovo ed Avanguardia Nazionale,poi le infiltrazioni, autunno caldo , strage di Piazza Fontana e attentati di Roma. Infine una nota così scritta : Ruolo della Polizia nelle indagini Valpreda e Pinelli. Seguirà poi l'elenco degli scontri tra manifestanti e polizia, il patto unitario tra CGIL CISL e UIL ed imprenditori ed il 9 agosto con le sue otto bombe ad orologeria che esplodono sui treni in movimento ferendo 12 passeggeri ed altre due bombe che verranno rintracciate nelle stazioni di Milano e Venezia. Si dedica una nota al cambio dell'ambasciatore americano a Roma, avvenuto il 20 agosto,alla sospensione operata dalla Fiat nei confronti di 20 mila operai,sino agli incidenti di Milano che condurranno alla morte dell'agente Annarumma. Poi una nota, sottolineata, è dedicata alla strage di Piazza Fontana, agli attentati di Roma all'arresto, avvenuto il 16 dicembre, di Valpreda e di altri cinque giovani mentre, su Pinelli, così scriverà : "muore precipitando da una finestra della questura di Milano". Non parla dunque di suicidio.

Il 1970 è intitolato, invece, Tora Tora, che ricorda, dunque, l'Attacco a sorpresa di Pearl Harbor e come sottotitolo “come si sviluppa l'attività del fronte nazionale, penetrazione su tre livelli, mondo militare,industriale e finanziario.  a notte della concezione al Viminale tra farsa e sorpresa. Il 1970 è prevalentemente dedicato ai fatti rivoltosi di Reggio Calabria ma una nota ricorda anche la scomparsa del giornalista Mauro de Mauro che si pone nel mezzo delle vicende di Reggio Calabria.

Il 1971 è dedicato al SID che cambia, si scrive che “ va sottolineato che ogni servizio ,volenti o nolenti, ha una sua politica, e che sia pure in maggiore o minore misura , in tutti i Paesi dell'Est ed Ovest la classe politica dirigente nelle grandi scelte deve fare i conti con i propri servizi di sicurezza”. Subito dopo questo ammonimento, stante a rimarcare il gran ruolo che esercitano in Servizi nonché di condizionamento, segue la seguente frase: nascita delle Brigate Rosse. Il tutto avviene, casualmente (?)nel periodo di riorganizzazione dei Servizi. Poi si continua a dedicare attenzione ai fatti calabresi, come i fatti di Catanzaro, di Reggio, alla individuazione di Borghese come capo di un movimento eversivo che avrebbe dovuto attuarsi il giorno 8 dicembre 1974! Sarà probabilmente un refuso, o forse no, visto che il golpe doveva accadere sì tra il 7 ed 8 dicembre, ma del 1970! E', certamente interessante, notare l'attenzione che si dedica alla Calabria, lasciando intendere che forse quella Regione è stata “scelta” come prova generale, dalle forze estremiste di destra, per tentare quello che poi in Italia è stato evitato per un soffio, almeno dal punto di vista "militare".

Il 1972 si intitola, invece, Pista nera
Scriverà che l'Ammiraglio Birindelli comandante delle forze navali della Nato nel Sud Europa si dimette dalla sua carica per candidarsi nelle liste del MSI.
Fatto a dir poco inquietante.
Ma non meno inquietante sarà la sottolineatura dedicata al 15 marzo, “ il traliccio di Segrate, morte di Feltrinelli, non si parla, dunque di incidente,  oppure al fatto che il 12 aprile nasce il nuovo quotidiano della sinistra extra-parlamentare, lotta continua, e l'episodio subito dopo citato è l'omicidio, del 16 maggio, di Calabresi. Tutti eventi, tra le altre cose, rientranti, nei citati appunti, nel capitolo, pista nera. Si parlerà anche della strage di Peteano, che indica, però come data, il 1 giugno, e non il 31 maggio,sino ad arrivare all'incriminazione di Freda e Ventura come organizzatori e mandanti di Piazza Fontana ed altri attentati del 12 dicembre 1969. Poi, si concluderà la nota, in questo modo : " Valpreda ed altri appartenenti al circolo 22 marzo “sono posti in libertà provvisoria grazie alla riforma del codice di procedura penale approvato dal Parlamento il 14 dicembre del corrente anno".

Il 1973 porta il titolo Petrolio e ciò non può che condurre, a livello immaginario, e forse non solo immaginario, al romanzo di Pasolini. Si parlerà della morte dei fratelli Mattei, della strage di Bertoli, e della fine della centralità. Il patto di Palazzo Giustiniani , la prima repubblica che agonizza,i dissidi all'interno del Sid per i comportamenti da attuare verso il mondo arabo, si citerà la rosa dei venti ed il  Sid parallelo. Mentre continuano le violenze a Reggio Calabria, sempre all'attenzione di queste note.

Il 1974 è incentrato sul SID e le tempeste all'interno dei servizi Si parlerà della relazione del reparto D che concluderà l'indagine sulle trame nere articolandola su tre fronti: rosa dei venti, Fronte Nazionale e Pomar Sogno. Sarà l'anno del rapimento del Giudice Sossi , della strage di Brescia dell'Italicus. Il 3 luglio del 1974 Andreotti prenderà l'impegno di condurre presto alla distruzione i fascicoli segreti ed illegali del SIFAR e la riforma del SID. Il 4 agosto, come è noto, vi sarà la strage dell'Italicus. Il giorno 11 agosto verranno distrutti i fascicoli del Sifar, erano circa 33 mila, il 26 agosto morirà, in strane circostanze, Valerio Borghese qualche giorno dopo verrà arrestato Curcio capo delle BR e Franceschini. Coincidenze e successioni temporali a dir poco impressionanti. Il 17 settembre si renderà  noto che il SID aveva consegnato al Ministero della difesa un dossier sul fallito colpo di Stato del 1970. Intanto, Andreotti trasmetterà il fascicolo, ma incompleto, alla Magistratura, cosa che verrà evidenziata da Miceli, ex capo del Sid,il quale verrà arrestato, subito dopo, nel quadro delle indagini delle trame nere e contestualmente Sogno, leader della destra liberale verrà sospeso per sei mesi. Il 16 dicembre verrà invece arrestato il Generale Ricci con l'accusa di cospirazione politica mediante associazione. Insomma una sorta di “epurazione”.

Il 1975 porta il titolo Vendetta. Sarà l'anno della “Sete di vendetta delle vittime dell'epurazione dell'anno precedente, dei loro protettori politici e dei loro protettori esterni”. Si parte con l'uccisione di due sottoufficiali di Pubblica Sicurezza, ad Empoli, con la fuga di Curcio, con l'uccisione di tre comunisti, quale Varalli, Zibecchi e Boschi, e vi saranno i "memoriali"  con le accuse sollevate da parte degli estremisti di destra e latitanti .

L'anno 1976, l'ultimo di questi strani ma importanti appunti è dominato da un punto interrogativo. Si evidenzia che ritorna, con forza, ad affacciarsi l'ipotesi ( che poi tale non è) di forze potenti ed influenti che operano in Italia. Le ipotesi di guerriglia urbana di contestazione armata “ dei gruppi etnici più consistenti,di intervento dei nuclei segretamente addestrati dal SID parallelo, vengono evidenziate e seguiranno poi alcuni interrogativi. Chi sono i “pupari”che manovrano in Italia per tenere il Paese vincolato a scelte di trent'anni fa? Il PCI e l'eurocomunismo, ultimo guizzo, per una autonomia nazionale sia pure di marca marxista ma fino a dove potrà spingersi Berlinguer? Il tutto si chiuderà con una nota a mano, 8 giugno 1976 un “ commando” delle Brigate Rosse assassina il Procuratore Generale della Repubblica di Genova, Coco, il brigadiere di Ps e l'autista... Insomma un 1976 che si ricollega perfettamente al 1968, un Paese senza autonomia e vera indipendenza,  tanto che pur di avere un Paese autonomo e Sovrano di se stesso, sembrava essere non visto in modo negativo, da una parte dei Servizi, un governo comunista  o con  un forte condizionamento da parte dei comunisti, cosa che invece non accadrà per gli eventi che seguiranno, sequestro Moro in primis.
Dunque una Italia  oggetto di poteri occulti ma noti a chi dovevano essere noti, e guardando l'Italia di oggi, non è  che le cose sembrano essere così differenti. Certo, è finito da un pezzo il periodo "stragista", ma, come la storia ha insegnato, possono mutare i mezzi ma il fine è e sarà sempre uno.

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