Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Scuola, dal 2007 10% di personale in meno





Uno studio della Fondazione Agnelli, pubblicato probabilmente per ricordare al Governo che di tagli la scuola non ha più bisogno, visto che ha già dato tanto, evidenzia che dal 2007 al 2012 il personale della scuola statale (insegnanti e Ata) è diminuito del 10,9%, una percentuale quasi doppia rispetto alla media del pubblico impiego, che nello stesso periodo ha visto nel suo insieme una contrazione del 5,6%.  Dati pesanti, che vedono un calo del 25% dei contratti a tempo determinato, un calo del 6% del personale di ruolo. In particolar modo, per quanto riguarda i docenti, si evince che dal 2007-08 al 2012-13, a fronte di una stazionarietà della popolazione scolastica iscritta alla scuola statale (meno 13.000 alunni, pari allo 0,2% del totale), il personale docente è passato da 843.000 a 766.000 unità (- 9%). La maglia nera la indossa Isernia con un -18,0%, che si pone in linea con l'Italia meridionale e centrale, mentre Prato registra una variazione positiva del 6,7%, che insieme all'Emilia Romagna, Toscana e Lombardia, segna una minima percentuale positiva di assunzioni. Se a tutto ciò si aggiungono retribuzioni indegne, scatti di anzianità bloccati, diminuzioni costanti del FIS, è più che evidente che la scuola, in questi ultimi anni, è il comparto che più ha subito tagli e sacrifici nel settore della Pubblica Amministrazione. Questi sono fatti, dati oggettivi con cui dobbiamo fare i conti.


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