Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

FVG: Ater basta con le nomine politiche


La Regione FVG ha recentemente espresso parere favorevole a maggioranza alle proposte di nomina dei cinque amministratori unici delle Ater: Luciano Aita per Udine, Angela Caldarera per Gorizia, Massimo Mentil per l'Alto Friuli, Monica Pase per Pordenone e Raffaele Leo per Trieste.
La Legge regionale n. 24 del 27/08/1999 è quella che disciplina e norma il regime vigente per gli Istituti autonomi per le case popolari di Trieste, Gorizia, Udine, Pordenone e Alto Friuli, ex IACP, ora Aziende territoriali per l'edilizia residenziale, denominate ATER. Le ATER sono enti pubblici economici aventi personalita' giuridica, autonomia imprenditoriale, gestionale, patrimoniale e contabile, sono dotate di un proprio statuto e sottoposte alla vigilanza della Regione. Alle ATER si applica la normativa generale in materia di societa' per azioni in quanto compatibile.

In materia di edilizia residenziale pubblica nell'ambito del territorio regionale, mantengono la competenza sul territorio delle corrispondenti circoscrizioni elettorali regionali. Le ATER realizzano gli obiettivi definiti dalla programmazione regionale nei settori dell'abitazione e dei servizi residenziali e sociali, anche mediante autonome iniziative imprenditoriali ritenute utili al perseguimento dei propri fini istituzionali, e forniscono assistenza tecnica nelle stesse materie ed in quella dell'assetto territoriale agli Enti locali, ad enti pubblici ed a soggetti privati realizzare gli interventi di edilizia residenziale e relativi servizi residenziali, assistiti da agevolazioni pubbliche o finanziati con mezzi propri. Hanno competenza in varie materie, come la realizzazione degli interventi edilizi servizi residenziali, sociali, opere di urbanizzazione ed infrastrutture urbanistiche per conto di Enti locali, enti pubblici e soggetti privati e nel settore dell'edilizia residenziale universitaria, a progetti urbanistici, piani particolareggiati e di recupero; dalla gestione del patrimonio di loro proprieta' e quello di proprieta' dello Stato e degli Enti locali, nonché il patrimonio di enti pubblici e privati affidato alla loro gestione alla formulazione di proposte sulle localizzazioni degli interventi di edilizia residenziale pubblica e così via discorrendo.

Insomma un misto tra pubblico e privato ove il carattere imprenditoriale a dire il vero non sussiste proprio per nulla, vedi il modo in cui vengono selezionate le cariche direttive o dirigenziali,  dove invece sussistono rilevanti interessi della politica nella distribuzione delle poltrone. L'Organo più importante è il Consiglio di Amministrazione il quale e' nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale, previa deliberazione della Giunta medesima, su proposta dell'Assessore regionale all'edilizia e ai servizi tecnici, dura in carica cinque anni ed e' composto da: due componenti designati dall'Assessore regionale all'edilizia e ai servizi tecnici; due componenti eletti dal Consiglio provinciale, di cui uno espressione della minoranza consiliare; un componente designato dal Comune nel quale ha sede l'ATER. I membri sono scelti tra soggetti che abbiano svolto mansioni di direzione o consulenze amministrativa o gestionale di durata pluriennale, in strutture o societa' pubbliche o private ovvero siano stati Amministratori di Enti locali territoriali o degli ex IACP regionali ovvero siano liberi professionisti iscritti da almeno cinque anni nel rispettivo ordine di appartenenza. Il Direttore dell'ATER e' nominato dal Consiglio di amministrazione, ed e' scelto tra dirigenti pubblici o privati in possesso del diploma di laurea in materie giuridiche, tecniche o economiche che abbiano svolto attivita' dirigenziale per almeno cinque anni in enti o aziende pubbliche o private. Mentre il Presidente che ha la rappresentanza legale dell'ATER, convoca e presiede il Consiglio di amministrazione, sovrintende al buon funzionamento dell'ATER e vigila sul perseguimento degli obiettivi individuati dal Consiglio di amministrazione, e' nominato dalla Giunta regionale che lo sceglie tra i due componenti, designati dall'Assessore regionale all'edilizia e ai servizi tecnici, facenti parte del Consiglio di amministrazione.

Insomma come ben si può comprendere sono nomine politiche e per la politica, che in particolar modo premiano la maggioranza sussistente volta per volta nella Regione, Una Regione che oltre ad effettuare, come è giusto che sia la normale vigilanza, condiziona o determina anche le nomine dirigenziali, a discapito dei Comuni, ciò perché è la legge attuale che legittima il tutto, eppure queste dovrebbero essere cariche da ricoprire attraverso un concorso pubblico, un bando magari europeo, con le giuste ed adeguate competenze, perché la responsabilità dell'ATER è immensa, delicata e rilevante dal punto di vista sociale, e non deve essere espressione di maggioranza o minoranza politica alcuna. Ma il discorso è anche più complessivo andrebbe riformata in toto la disciplina vigente per l'ATER per renderla totalmente pubblica e far venire meno quel carattere di imprenditorialità che non ha avuto alcun effetto e beneficio per la collettività, tanti invece per poche individualità.




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