Esiste o non esiste? Ogni anno, in prossimità delle
festività natalizie, accade che in qualche prima elementare esplode od implode
il caso Babbo Natale ma anche Befana. Raccontare o non raccontare ai bambini
della scuola elementare la verità su Babbo Natale?
Deve essere questo compito della scuola
o dei genitori?
Quale libertà d'insegnamento?
Senza dimenticare il ruolo di internet,
i bambini , a cui i genitori fin da piccoli comprano cellulari o
computer, possono arrivare da soli a capire che Babbo Natale non
esiste.
Basta un semplice click per capire che
Babbo Natale altro non è che una grande illusione.
Se il bambino chiederà, se il bambino
porrà il problema in classe, più che essere categorici, freddi e
schematici, a parer mio, si deve avviare un confronto affinché sia
proprio il bambino a capire che Babbo Natale o la Befana altro non
erano che una bugia buona.
Perchè le bugie buone esistono ed è ipocrita negarlo.
Nel caso inverso, quando il problema
non si pone, quando i bambini non chiedono nulla in merito, perché
uccidere precocemente Babbo Natale ?
Una questione etica ma anche di
rilevanza sociale. E' nota anche la posizione puritana di molti
conservatori, e Vescovi anche italiani, che reputano intollerante la
cultura di babbo natale con il Natale cristiano. Ma anche su ciò vi
sarebbe da dire molto in merito a tutto ciò che è correlato alla
religione, al cristianesimo, al culto, ed a quelle verità religiose
che vogliono diventare dogmi anche per la società laica.
A parer mio Babbo Natale, e la Befana a
scuola, devono esistere in modo ragionevole ma senza coltivare il
culto. Perché, pur nella consapevolezza della tendenza consumistica
che caratterizza l'odierna figura del Babbo Natale o quella più
povera della Befana, pur nella consapevolezza dei tentativi
assolutamente robotizzanti che caratterizzano questa società, vedi
quello che accade in alcuni centri commerciali della Gran Bretagna
dove i bambini prima di incontrare Babbo Natale devono sottoporsi
alla
macchina della verità, ebbene, queste figure tradizionali ed
altamente popolari rappresentano oltre che una forte emozione ed un
piccolo sogno per i più piccoli, sono indice anche di quel grado di maturità e
consapevolezza che l'individuo concretizzerà nel corso della sua
vita.
Arriverà il momento in cui il bambino
capirà che Babbo Natale o la Befana non esistono.
In quel momento si segnerà un passo
verso la maturità, si porrà da parte il proprio essere fanciullo
per iniziare a percorrere la via che condurrà al divenire lentamente
essere adulto.
Vi è il tempo in cui si è bambini.
Essere bambini implica anche sognare, credere in Babbo Natale o nella
Befana, essere bambini vuol significare essere più umani e meno
freddi e razionali.
E la scuola ha tra i suoi compiti anche
quelli di coltivare i sogni e le emozioni dei bambini per
accompagnarli lentamente e non precocemente verso quella
consapevolezza che spingerà l'individuo a capire semplicemente che
Babbo Natale o la Befana non verranno più perché ora sono
semplicemente grandi per Babbo Natale e per la Befana.
Vi è un tempo per Babbo Natale vi è
un tempo per la realtà.
Una realtà che comunque, grazie alle
nuove tecnologie in primis, accelera la fine di Babbo Natale.
La scuola deve saper armonizzare tutto
ciò ed ovviamente non coltivare il culto di Babbo Natale ma nello
stesso tempo deve saper spiegare, quando ciò accadrà, il senso della
bugia buona di Babbo Natale, ma senza bruciare i tempi.
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