Da Trieste a Palermo, da
Cagliari a Bologna, da Roma a Torino, gli studenti, in questo 15
novembre 2013, sono scesi nuovamente in piazza ed ogni città aveva i
propri cori, le proprie singole vertenze, ma tutte unite dall'unico
elemento che unisce l'Italia studentesca in lotta, la ricostruzione,
più che la difesa a parer mio, della scuola pubblica.
Scuole con amianto,
scuole che cadono,ancora oggi, a pezzi, scuole dove l'incertezza regna
sovrana, e dove si assiste a quella rivoluzione, negativa, che vuole
trasformati i docenti in operatori, gli studenti in clienti, che
devono solo acquisire una valida certificazione delle competenze
finalizzata all'apprendistato permanente nel mondo ultra-precario del
lavoro.
Si vogliono emulare le
cose negative delle scuole del nord Europa o americane, uccidendo secoli di
storia della nostra scuola, una delle migliori al mondo.
Ed allora arrivati ad un
certo punto, quando la rabbia, le proteste, sono letteralmente
inascoltate, o se ascoltate poi ignorate, è chiaro che il livello
dello scontro si alza.
Non sono gli studenti ad
alzare il livello dello scontro, non è chi lotta, ma semplicemente
chi governa questa scuola nel vigente fallimentare sistema sociale ed
economico.
A Bologna vi sono state
le tensioni più rilevanti.
In una delle foto
pubblicate su
Repubblica di Bologna, crea sconcerto e viva
indignazione l'accanimento di alcuni agenti delle forze di Polizia
contro uno studente.
Vedrai quello studente
difendersi con un cappello di lana contro i manganelli.
Forse sarà accaduto
qualcosa prima, forse quello studente avrà fatto qualcosa, o forse
no, ma in ogni caso nulla può giustificare quel tipo di
accanimento.
Il manganello contro il
cappello.
Un cappello che è stato
tolto alla scuola pubblica, da parte di chi protesta, per scoprire la
realtà, per mostrare in tutta la nudità le menzogne che
avviliscono ogni intelligenza e sistema critico e lo Stato punisce
chi ha commesso tale atto blasfemo. Ecco cosa ho voluto leggere in
quel gesto, violento ed indegno, del manganello contro il cappello.
Una nudità che ben
evidenzia il collasso della nostra scuola che molti continuano a non voler comprendere.
E' facile, d'altronde,
mostrare i muscoli con i più deboli,no?
Certamente ognuno si
assume le responsabilità delle proprie azioni, ma quel cappello
contro il manganello proprio non mi va giù.
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