Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Andare al cimitero in tempo di crisi, sospeso il bus navetta per il Sant'Anna



Il 28 novembre il Comune di Trieste ha comunicato che per consentire l’opportuno controllo meccanico del mezzo, il servizio bus-navetta attivo all’interno del cimitero di Sant’Anna sarà momentaneamente sospeso. Il servizio riprenderà il prima possibile e di ciò sarà data tempestiva e puntuale comunicazione.
Ovviamente gli anziani che si recano ad effettuare una visita al cimitero sono i primi a risentire di questa sospensione.
Telequattro si è già occupata dalla questione con un servizio http://t.co/cOFUW0Eyha dove Claudio Visintin un cittadino triestino in prima linea su molte battaglie sociali, ha chiesto perché non si è provveduto a sostituire immediatamente la navetta?
Come dargli torto?

Un comunicato del 1 ottobre 2013 del Comune Trieste evidenziava la ripresa regolare del  funzionamento del “servizio navetta” con orario 8.00 – 13.30 su sei giorni la settimana, da lunedì a sabato. Inoltre si sottolineava che “le persone anziane e tutti coloro che hanno problemi di deambulazione ritrovano così un utile servizio di supporto, che è stato assunto direttamente dal Comune, attraverso proprio personale e con la messa a disposizione di un mezzo da parte di AcegasAps”.

Un servizio che è ripreso regolarmente, dopo un lungo periodo di sospensione, il 1 ottobre, ma che vede il mezzo già fermo per controlli meccanici, insomma in tempo di crisi è un costo anche sostituire un mezzo per la garanzia di un servizio essenziale ed indispensabile per molti cittadini triestini?
Oppure si cerca di risparmiare facendo cassa sui diritti indispensabili dei cittadini?


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