Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

L'informazione a Trieste

    Nella sua prima storica sentenza del 5 giugno 1956 la Corte Costituzionale si pronunciava sulla questione di legittimità costituzionale che investiva l'articolo 113 del Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza, che formava oggetto dei trenta giudizi promossi con le ordinanze oggetto del processo innanzi alla Corte, e riguardava persone alle quali venivano imputate trasgressioni al precetto dell'art. 113 del T.U. delle leggi di p.s. per avere o distribuito avvisi o stampati nella pubblica strada, o affisso manifesti o giornali, ovvero usato alto parlanti per comunicazioni al pubblico, senza autorizzazione dell'autorità di pubblica sicurezza, com'è prescritto nel detto articolo, o anche, nonostante il divieto espresso di tale autorità. A tutti perciò veniva contestata una contravvenzione punibile a norma dell'articolo 663 Cod. pen. modificato con D.L. 8 novembre 1947, n. 1382. 

    La Corte dichiarava l'illegittimità costituzionale dell'art. 113 del T.U. delle leggi di p.s., fatta eccezione per il comma 5), ed in uno dei suoi passaggi ricordava che il detto articolo, col prescrivere l'autorizzazione, sembra far dipendere quasi da una concessione dell'autorità di pubblica sicurezza il diritto, che l'art. 21 della Costituzione conferisce a tutti, attribuendo alla detta autorità poteri discrezionali illimitati, tali cioè che, indipendentemente dal fine specifico di tutela di tranquillità e di prevenzione di reati, il concedere o il negare l'autorizzazione può significare praticamente consentire o impedire caso per caso la manifestazione del pensiero.

    E' certamente significativo tale pronunciamento così come è significativo che la prima sentenza della Corte Costituzionale riguardasse in sostanza la libertà di esprimere il proprio pensiero e dunque quella di informare anche attraverso canali non ufficiali.

    Informare, informarsi ed essere informati oltre ad essere un giusto diritto è anche un dovere sociale e collettivo. A Trieste esistono due quotidiani il Piccolo ed il Primorski dnevnik, alcuni periodici come La Voce di Trieste e la Gazzetta Giuliana, diversi fogli di informazione sia rionali che non sia periodici che non come la Nuova Alabarda, citàvecia starigrad, più tutti quelli correlati a situazioni di movimento e di politica o di associazionismo. Ma l'informazione passa anche attraverso la radio, come Radio Attività, Radio Fragola, Radio Nuova Trieste, Radio Punto Zero, attraverso la televisione o canali youtube, come Rai Tre regionale, Telequattro, Trieste Oggi tv Antenna 3 Nord Est, ed ovviamente internet come bora.la, trieste all news, triesteprima, ed oltre 130 blog attivi a Trieste che risultano essere segnalati nella classifica italiana di blogitalia.

    Insomma esistono una varietà di canali di informazione, si andrà dall'approfondimento al rilancio di news, da opinioni, a prese di posizioni di parte, l'oggettività dell'informazione comunque è sempre difficile da conseguire, ed è innegabile che il ruolo da leone in città è svolto dal Piccolo di Trieste che vede, a parer mio, proprio nella sua rubrica spazio segnalazioni, il vero cuore pulsante della vita informativa tradizionale triestina. Il Piccolo è l'unico quotidiano diffuso per l'Italia che dedica così tanto spazio alle opinioni della cittadinanza, lo spazio segnalazioni è spesso un botta e risposta anche con i rappresentati politici ed istituzionali locali, spesso i problemi della città si risolvono proprio in quello spazio, per non parlare delle questioni storiche che sono ancora vive a Trieste come in nessun luogo.
    In rete invece i siti principali triestini sono ancora una volta il Piccolo e bora.la, che è citato anche su wikipedia. Due siti diversi, bora.la è un sito partecipativo, di approfondimento su alcune tematiche ed eventi e che vede una partecipazione enorme di triestini e non solo . Molti post hanno centinaia di commenti, cosa che è difficile da riscontrare in siti similari diffusi per l'Italia, ciò sta a significare che a Trieste vi è gran voglia di partecipazione, di dibattito, di confronto e dialettica. La radio e la televisione, nonostante la diffusione delle nuove modalità di comunicazione ed informazione , come facebook e blog e siti internet, svolgono ancora un ruolo importante ma non più esclusivo così come non più esclusiva sarà l'informazione cartacea. Certamente ad oggi, ove solo il 40 % circa della popolazione si connette ad internet, non può sussistere una competizione tra informazione virtuale ed informazione tradizionale, perché quella tradizionale domina ancora sovrana, ma è una informazione che non potrà non tenere conto di ciò che accade in rete anche perché la rete è destinata, con i suoi pregi e difetti, prima o poi, a sostituire quella tradizionale, anche se personalmente, penso che nel futuro probabilmente internet, tramite i suoi infiniti canali, potrà stimolare ed indurre al miglioramento l'informazione tradizionale ma nello stesso tempo si verificherà una sorta di inversione di ruoli. La stampa tradizionale avrà il solo compito di approfondire quelle notizie e quei fatti che si diffonderanno nella rete e la rete avrà invece il duplice compito sia di lanciare le informazioni e le notizie che di approfondirle. Non è possibile alcuna competizione tra informazione tradizionale e moderna, forse oggi quella tradizionale potrà vincere qualche battaglia ma perderà la guerra, invece è necessaria una collaborazione ed un ragionamento di inclusività e non esclusività affinché il diritto di informare possa essere pieno e compiuto.



          MarcoBarone 

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