Trieste è una città che vive mille
problemi.
Dalla mancanza di lavoro, al patto di
stabilità che ha stabilizzato il degrado ed il disastro per
l'economica locale, dalle rive dissestate dove non inciampare o
prendersi una storta è quasi un miracolo, al molo audace che perde
pezzi, al problema casa, al porto che non decolla e così via discorrendo.
Ma ogni tanto capita di introdurre
discussioni e polemiche, che per forza di cose vanno ad attaccare i
non italiani, per ora.
Vi è stato il turno dei cinesi e delle
loro attività commerciali, questione che a parer mio riesploderà
nel momento in cui giungerà a termine la riqualificazione di via
Trento, poi vi è stato il turno dei rom, ora è il turno dei
“presunti senegalesi”, a quando gli albanesi, serbi o
meridionali?
Da anni a Trieste esiste un fenomeno
ben noto, dei ragazzi, durante il periodo estivo o nei fine
settimana, si collocano nei parcheggi presso l'Acquario, la Stazione
Marittima o innanzi all'Hotel Savoia, per aiutare le persone a
parcheggiare.
Chi frequenta quella zona ben è
consapevole di quanti giri a vuoto si devono fare prima di trovare il
parcheggio, inquinamento e stress gratuito per la città.
Non mi pare di aver letto lamentele su
questo punto e neanche sul costo elevato del parcheggio e neanche sul
fatto che non vi sono parcheggiatori “ufficiali”.
Quei ragazzi ti indirizzano lì ove il
posto libero sussiste.
Non sei obbligato né a dare loro un
centesimo né a comprare gli oggetti che di norma vendono nel centro
città e né gli euro ti vengono richiesti, a me per esempio non è
successo anzi quando ho
parcheggiato in quella zona, nessuna imprecazione mi è stata
rivolta, nessun danno alla macchina ho trovato, ma il tutto si è
concluso con un semplice grazie.
Si è detto che quei ragazzi sarebbero
a quanto pare di origine senegalese.
E' stato chiesto forse loro un
documento d'identità?
E se fossero di qualche altro Paese
visto che l'Africa è enorme?
Certo, si dirà, a Trieste esiste una
piccola comunità senegalese.
E quindi?
Pensiamo ad un caso inverso.
Un Paese straniero ove tirano in ballo
gli italiani, che poi italiani magari non sono, per un caso similare,
come la prenderebbero gli italiani?
Ragionamenti forse troppo sofisticati
per un Paese colonialista come l'Italia.
Si invoca l'intervento della Polizia
Municipale.
Ed ecco che, come per magia, spariscono
i ragazzi che aiutano gratuitamente le persone a trovare parcheggio
ed apparire una pattuglia della polizia municipale e si crea il pregiudizio verso i senegalesi.
Il potere della stampa, si dirà.
Chi sono i parcheggiatori abusivi?
Per la legge 1 agosto 2003 n° 114 che
introduce il comma 15-bis dell'articolo 7 de codice della strada «
Salvo che il fatto costituisca reato, coloro che esercitano
abusivamente, anche avvalendosi di altre persone, ovvero determinano
altri ad esercitare abusivamente l'attività di parcheggiatore o
guardiamacchine sono puniti con la sanzione amministrativa del
pagamento di una somma da euro 726 ad euro 2.918. Se nell'attività
sono impiegati minori la somma è raddoppiata. Si applica, in ogni
caso, la sanzione accessoria della confisca delle somme percepite,
secondo le norme del capo I, sezione II, del titolo VI.»
Non
mi pare proprio che sia il caso dei ragazzi di Trieste, poiché non
sono né parcheggiatori né guardiamacchine, ma persone che ti
indicano se il parcheggio libero sussiste o meno, e non mi pare che
ciò sia vietato, e poi, dopo aver parcheggiato, se lo vorrai, potrai
comprare un braccialetto od una collanina, od un libro, così come
accade in centro città da sempre.
D'altronde
spesso ci si dimentica che il caso del parcheggiatore abusivo è
strettamente connesso alla criminalità organizzata, dove tra ricatto
e forme di schiavitù, esiste una situazione ben lontana da quella
conosciuta sino ad oggi, per il caso di cui si scrive, qui a Trieste. Sarebbe invece stato interessante approfondire questo aspetto, ma probabilmente non è stato approfondito perchè non esiste questo fenomeno e perchè non si è in presenza di parcheggiatori abusivi.
Insomma
questo nuovo “ caso” è spuntato fuori come un fungo velenoso per
distrarre l'attenzione dai veri problemi di Trieste, e forse perchè
qualche tutore dell'alta borghesia è rimasto disturbato dalla vista
di quei ragazzi, prendersela con i più deboli d'altronde è facile e
comodo.
Quando si affrontano argomenti come questi, quando si toccano diverse sensibilità, si deve stare molto attenti, specialmente in questi tempi, dalla crisi sociale ed economica che sembra non aver mai fine, anzi, perchè gli effetti che ne possono derivare, anche indirettamente, rischiano di colpire una comunità che vive a Trieste da lungo tempo e che non ha alcuna colpa e nessuna colpa può avere.
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