Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

I movimenti trasversali ed i diritti civili



Cosa sono i diritti civili?
Possiamo definire tali quell'insieme di norme, come recepite dall'ordinamento giuridico di un Stato, volte a regolamentare in senso positivo la piena affermazione dell'individuo all'interno della comunità o società.
L'individuo, in base alla propria morale ed etica, deve essere messo nelle condizioni di poter scegliere, affinché la propria libertà individuale  possa essere tale e tutelata nell'essere libertà anche collettiva.
Scegliere se divorziare o non divorziare, scegliere se abortire o non abortire, scegliere se contrarre matrimonio con persona dello stesso sesso o sesso diverso o meno, scegliere se professare un libero credo o meno, scegliere se praticare l'eutanasia o meno, purché il tutto venga abbracciato dal gran mantello della laicità, principio cardine fondante ogni comunità libera, autonoma ed indipendente.
Ma in tempo di perdurante crisi crescono i movimenti trasversali.
Pochi punti all'ordine del giorno presente e del domani che verrà.
Si parla quasi in via esclusiva di questioni economiche, di lavoro, di principi sì legalitari ma strettamente connessi a precise e determinate istanze, siano esse collegate a specificità territoriali che non.
Tra chi rivendica l'indipendenza di un territorio, tra chi rivendica la maggiore autonomia di un territorio, tra chi rivendica la riforma e non trasformazione dello Stato, magari esercitando politiche di opposizione, sussistono poche differenze strategiche.
Si unisce con ciò che la crisi spinge ad unire.
Lavoro, casta, tasse, identità  esasperata nazionalistica.
Una sorta di onda che oscilla perpendicolarmente alla direzione di propagazione travolgendo ed unendo persone appartenenti ad aree politiche diverse.
La vera linea di confine sono i diritti civili ed i temi etici.
Ma unire con ciò che divide, nell'opportunismo della strategia dell'onda trasversale, non è praticato.
Né in una prima istanza, né in una seconda istanza. Si dirà che non sono queste le urgenze e le priorità oppure che se ne parlerà quando l' obiettivo verrà raggiunto.
Ma arrivati a quel punto le divisioni saranno inevitabili e l'obiettivo conseguito, se mai questo verrà conseguito, crollerà come un piccolo castello di sabbia, oppure verrà blindato, irrigidito, chiusura e protezione e negazione.
I diritti civili devono essere all'ordine di ogni attimo di vita vissuta e che verrà.


Marco Barone

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