C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

I messaggi dall'ombra dopo la morte di Andreotti




Politicamente la fine della Prima Repubblica viene segnata in due passaggi, il 5 aprile del 1992 dove la DC ottenne il minimo storico dei suffragi ed il 1994 con la discesa in campo di Silvio Berlusconi tramite quella Forza Italia creata sulla carta nel 1993.
Ma in verità, a parer mio, nessuna Seconda Repubblica è veramente mai nata ma vi è stata sempre una chiara continuità con la Prima Repubblica anche dopo il 5 aprile del 1992 o la discesa in campo di Berlusconi. Perché possa iniziare un qualcosa vuol dire che un ciclo deve essere giunto a termine, ma così non è pienamente stato, sono emerse solo operazioni politiche gattopardiane, di continuità, volte a difendere e salvare l'architettura della Prima Repubblica nella Seconda Repubblica ma secondo le condizioni dettate da chi ha voluto un cambiamento nella gestione della Cosa Pubblica tramite la tregua conseguita con Cosa Nostra. Fare la guerra per ottenere la pace ma alle condizioni di chi ha voluto la guerra.

La Prima Repubblica, ancora in essere, ha subito un duro colpo con la morte di Giulio Andreotti il 6 maggio 2013.
E' questa la data corretta ove si deve segnare l'inizio di un qualcosa di diverso che dove condurrà non è ancora chiaro. Coincidenza vorrà che in concomitanza con l'aggravarsi della salute di Andreotti arriveranno le prime condanne per Berlusconi, dopo la sua morte arriveranno condanne pesantissime, ma la cosa che più deve indurre alla riflessione, oltre l'apertura sul caso Orlandi, la vicenda trasparenza Ior,e la riproposizione di Forza Italia, cosa che avevo anticipato nel mio piccolo mondo da blogger ben prima della conferma da parte dello stesso Berlusconi, operazione che deve essere letta in continuità con la Prima Repubblica, sono i messaggi che arrivano dall'ombra. Da un lato avrai un Provenzano messo a tacere, dall'altro avrai un Bisignani che all'improvviso diventerà l'uomo più potente d'Italia, ma altro non è che uomo al servizio del potere, che come già ho scritto in passato, con il suo libro, ha un solo scopo , ovvero difendere la memoria di Andreotti contro chi lo ha ripudiato o dimenticato,o verso chi  tradisce. Un messaggio dall'uomo venuto dall'ombra per ricordare ad alcune soggettività di potere che anche dopo la morte di Andreotti la fede deve essere rispettata. D'altronde le cose segrete non verranno mai dette e mai potranno essere dette, mai nessuna verità sarà tale, perché il segreto, mascherato dal velo della riservatezza, è il cuore della massoneria, del potere. Uscirà fuori solo quello che verrà reputato come idoneo, per la resa dei conti in itinere.
Appunto, resa dei conti.
Ed ora il messaggio di Rina.
La cosa più interessante di quanto affermato da Rina, è , a parer mio, quanto ora segue:
"Appuntato, lei mi vede che possa baciare Andreotti? Le posso dire che era un galantuomo e che io sono stato dell'area andreottiana da sempre". Appuntato, ha visto? Sono ancora un orologio svizzero, anche se mi sono fatto vecchio» .
Fede andreottiana e memoria.
Il patto di sangue, anche dopo la morte con Andreotti, non deve essere sconsacrato. Gli uomini che hanno reso la Prima Repubblica ciò che è stata, in continuità con la falsa Seconda Repubblica, ci sono ancora, e possono “spifferare”, possono uscire dal “sonno”, dall'ombra per punire chi oserà tradire o cedere il potere. E qualcuno che oserà tradire vi è,qualcuno che oserà la presa del potere vi è, altrimenti non si comprenderebbe il perché di tutto ciò. Sì, è in corso una grande guerra, sarà dura, violenta, come quella accaduta nel 1992, le cui modalità non è detto che non possano ripetersi , ora è chiaro perché spesso si paragona il periodo attuale al 92, altro che per ragioni economiche, per ragioni di potere, di mafia, di patti di sangue. Di messaggi ed "aperture" ne arriveranno ancora, questo è poco ma sicuro.





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