Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Poco (G)rasso e poco (T)ravaglio ed il Paese scoppia





Nel giorno in cui la Corte d'Appello di Palermo ha condannato l'ex senatore Pdl Marcello Dell'Utri imputato di concorso esterno in associazione mafiosa confermando la pena di 7 anni di primo grado, il neo Presidente del Senato della Repubblica, partecipa a Piazza Pulita per difendere il proprio onore. La cosa sorprendente di questa vicenda è che un fatto del genere, che dovrebbe indurre alla riflessione sulla entrata in politica di magistrati o ex magistrati, è che il giorno dopo quella intervista, che dovrebbe essere sulle prime pagine di ogni giornale, ha trovato uno spazio non adeguato, probabilmente per ragioni di opportunità politica o per il fatto che Grasso è stato semplicemente poco convincente, lo stesso invece non può dirsi per le "accuse" sollevate da parte di Marco Travaglio che hanno avuto certamente maggiore diffusione . 
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Uno dei primi pensieri espressi dal Presidente del Senato durante la puntata di Piazza Pulita del 25 marzo lascia già intendere dove vuole portare il tutto, ad una delegittimazione in stile mafioso della sua carica.Quando sono tornato a casa ho visto negli occhi di mia moglie la stessa paura che avevo visto ai tempi del maxiprocesso, quando mi raccontò che avevano citofonato a casa dicendo: ‘I figli si sa quando escono, non si sa quando tornano”. Il presente intervento potrebbe chiudersi con queste parole.
Le parole di Grasso hanno espresso bene il suo pensiero, la sua interpretazione dei fatti, la sua verità.

Quale verità? Non esiste la verità, esiste una verità ed è per questo motivo che ancora oggi la mafia/'ndrangheta massonica continua a dominare sovrana. Si parlerà anche di intuizioni, intuizioni che non possono essere svelate. In passato scrivevo: esiste un solo filo, una linea, "la trattativa tra Stato e mafia probabilmente era la trattativa tra Stato e Stato c.d deviato, che ha usato la mafia come braccio armato e forse anche per altro, per arrivare al golpe, l'ennesimo, mancato per un soffio, forse. Il problema è che la storia si ripete. Perché le condizioni sociali e politiche del Paese sono simili a quelle che hanno determinato la c.d strategia della tensione dal 68 in poi e dal 92 in poi, perché quei poteri non sono mai morti, si sono riciclati, ma sono sempre presenti.”  

Grasso afferma in sostanza che vuole realizzare una Commissione di inchiesta sulle stragi perché a parer suo esisterebbe un solo filo dalle stragi terroristiche a quelle mafiose, dice di avere intuizioni ma non le svela perché non ha prove. Un linguaggio pasoliniano che torna con prepotenza ed afferma un principio che condivido, ma si deve osare, osare è l'unico modo per scoprire la verità dal velo della falsità sistemica pro-mafia.
Emerge anche una sorta di gossip, lo voglio chiamare così, perché l'alternativa sarebbe quella di  mettersi le mani tra i capelli, ricorda di un caso ove i carabinieri non comprendevano il senso delle intercettazioni perché non avevano la chiave di lettura, oppure sulla vicenda dei pizzini, termine che  entrerà nel linguaggio giornalistico nel 2006, pezzi di carta, di cui non si conoscerà il mittente e non  si riconoscerà la grafia, il tutto chiamato semplicemente errore.Io ero stato testimone in quel processo. Ero stato sentito in istruttoria proprio da Scarpinato ed  essendo diventato testimone la mia firma sull’appello avrebbe impedito la chiamata come testimone nel successivo grado di giudizio. E’ solo per questo che ho deciso di non firmare e comunque andai  con i colleghi di Palermo e misi la mia faccia su questa sentenza”. Questa la risposta data alle accuse di Travaglio in merito alla mancata firma di procedere in Appello  contro Andreotti. Ritorna ancora la vicenda del 1992, un periodo che è sempre più evocato e certamente non lascia intendere cose positive in questo tempo dal caos vigente, ricorda che “ nel 1992 si era creata una situazione simile” con riferimento alla nomina di Grasso come capo della Procura Anti-Mafia, “Caselli nel novembre del 1992 non aveva fatto un giorno da Pm aveva esperienza nell'antiterrorismo e non sulla mafia, diventa procuratore a Palermo perché era necessario qualcuno da fuori, ed io umilmente ha fatto il sostituto alla procura anti-mafia” ed ancora “con Caselli ci sentivamo fino a quando ero procuratore anti-mafia, Caponnetto- citato più volte- ci invitava in pubblico a stringerci la mano e ricordo questo momento con commozione.”

Verrebbe da dire commozione unilaterale, visto che Caselli il giorno dopo quella intervista ha inviato una lettera al CSM  specificando tra le altre cose che "il Presidente del Senato Pietro Grasso, nella trasmissione “Piazza pulita” (TV 7) del 25 marzo 2013, si è prodotto in un lunghissimo monologo, a mio giudizio contenente accuse e allusioni suggestive, con il risultato di prospettare in maniera distorta vari fatti e circostanze afferenti la mia attività di magistrato."

Quando il conduttore di Piazza Pulita ricorda a Grasso che anche dell'Utri lo definiva come un magistrato equilibrato, lui replica, giusto per concludere la sua intervista così come la ha iniziata rilevando in sostanza che è una sorta di “ tecnica di andare a chiedere dei pareri ed opinioni a persone” che non sono in sostanza affidabili- e “quando danno un parere positivo questo ha effetto negativo su alcune persone", in questo caso la sua persona.

E' brutto sentire dire da un senatore Grasso un lato scuro però lo ha”questa una delle sue ultime battute. Già. L'intervista unilaterale di Piazza Pulita conferma per l'ennesima volta il potere della televisione, la dipendenza dalla televisione, ma anche che questa legislatura è iniziata male e finirà male, l'Italia vive e soffre la crisi reale figlia delle peggiori speculazioni di mercato e finanziarie condizionata certamente anche dalle mafie la cui invadenza non più sottile è ora visibile anche in regioni che si reputavano immuni da questo malefico fenomeno sociale, come il Friuli Venezia Giulia, ma questa è altra storia che alla politica tutta parlamentare ed istituzionale sembra proprio non interessare. Ma il Paese prima o poi scoppierà e le mafie non aspettano altro.






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