Nel
giorno in cui la Corte d'Appello di Palermo ha condannato l'ex
senatore Pdl Marcello Dell'Utri imputato di concorso esterno in
associazione mafiosa confermando la pena di 7 anni di primo grado, il
neo Presidente del Senato della Repubblica, partecipa a Piazza Pulita
per difendere il proprio onore. La cosa sorprendente di questa vicenda è che un fatto del genere, che dovrebbe indurre alla riflessione sulla entrata in politica di magistrati o ex magistrati, è che il giorno dopo quella intervista, che dovrebbe essere sulle prime pagine di ogni giornale, ha trovato uno spazio non adeguato, probabilmente per ragioni di opportunità politica o per il fatto che Grasso è stato semplicemente poco convincente, lo stesso invece non può dirsi per le "accuse" sollevate da parte di Marco Travaglio che hanno avuto certamente maggiore diffusione .
***
Uno
dei primi pensieri espressi dal Presidente del Senato durante la puntata di Piazza Pulita del 25 marzo lascia già
intendere dove vuole portare il tutto, ad una delegittimazione in
stile mafioso della sua carica. “Quando
sono tornato a casa ho visto negli occhi di mia moglie la stessa
paura che avevo visto ai tempi del maxiprocesso, quando mi raccontò
che avevano citofonato a casa dicendo: ‘I figli si sa quando
escono, non si sa quando tornano”. Il
presente intervento potrebbe chiudersi con queste parole.
Le
parole di Grasso hanno espresso bene il suo pensiero, la sua
interpretazione dei fatti, la sua verità.
Quale
verità? Non
esiste la verità, esiste una verità ed è per questo motivo che
ancora oggi la mafia/'ndrangheta massonica continua a dominare
sovrana. Si
parlerà anche di intuizioni, intuizioni che non possono essere
svelate. In
passato scrivevo:
esiste un solo filo, una linea, "la
trattativa tra Stato e mafia probabilmente era la trattativa tra
Stato e Stato c.d deviato, che ha usato la mafia come braccio armato
e forse anche per altro, per arrivare al golpe, l'ennesimo, mancato
per un soffio, forse. Il problema è che
la storia si ripete. Perché le condizioni sociali e politiche del
Paese sono simili a quelle che hanno determinato la c.d strategia
della tensione dal 68 in poi e dal 92 in poi, perché quei poteri non
sono mai morti, si sono riciclati, ma sono sempre presenti.”
Grasso afferma in
sostanza che vuole realizzare una Commissione di inchiesta sulle
stragi perché a parer suo esisterebbe un solo filo dalle stragi
terroristiche a quelle mafiose, dice di avere intuizioni ma non le
svela perché non ha prove. Un linguaggio
pasoliniano che torna con prepotenza ed afferma un principio
che condivido, ma si deve osare, osare è l'unico modo per scoprire
la verità dal velo della falsità sistemica pro-mafia.
Emerge anche una
sorta di gossip, lo voglio chiamare così, perché l'alternativa
sarebbe quella di mettersi le mani tra i capelli, ricorda di un caso
ove i carabinieri non comprendevano il senso delle intercettazioni
perché non avevano la chiave di lettura, oppure sulla vicenda dei
pizzini, termine che entrerà nel linguaggio giornalistico nel 2006,
pezzi di carta, di cui non si conoscerà il mittente e non si
riconoscerà la grafia, il tutto chiamato semplicemente errore. “Io
ero stato testimone in quel processo. Ero stato sentito in
istruttoria proprio da Scarpinato ed essendo diventato testimone la
mia firma sull’appello avrebbe impedito la chiamata come testimone nel successivo grado di giudizio. E’ solo per questo che ho deciso
di non firmare e comunque andai con i colleghi di Palermo e misi la
mia faccia su questa sentenza”. Questa la risposta
data alle accuse di Travaglio in merito alla mancata firma di
procedere in Appello contro Andreotti. Ritorna
ancora la vicenda del 1992, un periodo che è sempre più evocato e
certamente non lascia intendere cose positive in questo tempo dal
caos vigente, ricorda che “ nel 1992 si era creata una situazione
simile” con riferimento alla nomina di Grasso come capo della
Procura Anti-Mafia, “Caselli
nel novembre del 1992 non aveva fatto un giorno da Pm aveva
esperienza nell'antiterrorismo e non sulla mafia, diventa procuratore
a Palermo perché era necessario qualcuno da fuori, ed io umilmente
ha fatto il sostituto alla procura anti-mafia” ed ancora “con
Caselli ci sentivamo fino a quando ero procuratore anti-mafia,
Caponnetto- citato più volte- ci invitava in pubblico a stringerci
la mano e ricordo questo momento con commozione.”
Verrebbe da dire commozione unilaterale, visto che Caselli il giorno dopo quella intervista ha inviato una lettera al CSM specificando tra le altre cose che "il Presidente del Senato Pietro Grasso, nella trasmissione “Piazza pulita” (TV 7) del 25 marzo 2013, si è prodotto in un lunghissimo monologo, a mio giudizio contenente accuse e allusioni suggestive, con il risultato di prospettare in maniera distorta vari fatti e circostanze afferenti la mia attività di magistrato."
Quando
il conduttore di Piazza Pulita ricorda a Grasso che anche dell'Utri
lo definiva come un magistrato equilibrato, lui replica, giusto per
concludere la sua intervista così come la ha iniziata rilevando in
sostanza che è una sorta di “ tecnica di andare a chiedere dei
pareri ed opinioni a persone” che non sono in sostanza affidabili-
e “quando danno un parere positivo questo ha effetto negativo su
alcune persone", in questo caso la sua persona.
“E'
brutto sentire dire da un senatore Grasso un lato scuro però lo
ha”questa una delle sue ultime battute. Già. L'intervista
unilaterale di Piazza Pulita conferma per l'ennesima volta il potere
della televisione, la dipendenza dalla televisione, ma anche che
questa legislatura è iniziata male e finirà male, l'Italia vive e
soffre la crisi reale figlia delle peggiori speculazioni di mercato e
finanziarie condizionata certamente anche dalle mafie la cui invadenza non più sottile è ora visibile anche in regioni che si reputavano immuni da questo malefico fenomeno sociale, come il Friuli Venezia Giulia, ma questa è
altra storia che alla politica tutta parlamentare ed istituzionale
sembra proprio non interessare. Ma
il Paese prima o poi scoppierà e le mafie non aspettano altro.
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