Ultimamente
a Trieste, tra striscioni inneggianti l'omofobia, divieti di
manifestare contro l'omofobia sotto il palazzo della Curia ed
allontanamenti di persone che chiedono
l'elemosina davanti alla chiesa, vive una situazione buia.
Buia
come gli anni che hanno tormentato il nostro non più bel Paese e
rimpianti da alcuni nostalgici, già nostalgici di un periodo, quale
quello fascista, esclusivamente criminale.
La
giostra dell'intolleranza continua a girare.
Sul
caso elemosina, un recente intervento pubblicato come lettera del
giorno sul giornale di Trieste, il Piccolo, evidenziava il rimpianto
dei vecchi cerini, ovvero della Venezia Giulia Police Force
(VGPF), detta anche Polizia Civile operante a Trieste sino al 1961
circa e ben nota per la sua mano poco morbida.
E' vero che varie volte
dietro il fenomeno dell'accattonaggio si nascondono questioni
delinquenziali, ma il problema non può
essere solo giuridico e penale.
Il problema nella maggior
parte dei casi è sociale e di percezione del fenomeno.
Come distinguere il vero
mendicante dal falso mendicante?
Come distinguere la questua "civile" dall'accattonaggio illecito?
I cittadini non sono
poliziotti e non devono essere poliziotti, i cittadini nella loro
libertà possono scegliere se conferire l'elemosina o meno, nessun
atto di costrizione emerge in tal senso. Le forze dell'ordine hanno
gli strumenti a disposizione per venire a conoscenza, come già
accaduto anche a Trieste, se dietro certe situazioni si celano
questioni delinquenziali o meno, ma attenzione a generalizzare,
perché questo fenomeno a causa della crisi reale è destinato a
crescere e divenire sempre più impattante, così come attenzione a non vivere il fenomeno nell'indifferenza o nel totale pregiudizio.
Spesso la questione è
figlia di una percezione abitudinaria . Nessuno scandalo per esempio
emerge quando durante la celebrazione della messa viene chiesta
l'oblazione, senza sapere spesso a chi andrà nello specifico
quell'offerta, però quando all'esterno della chiesa troverai
qualcuno o qualcuna chiedere l'elemosina, ecco nascere il sentimento
del fastidio, perché contro l'imposto decoro pubblico, perché atto
indegno e forse, senza avere alcuna prova, verrà con pregiudizio
concepito come gesto delinquenziale.
Eppure il gesto è lo
stesso, offerta ai poveri.
Ciò che cambia è il
soggetto richiedente e la fiducia che si ripone verso il soggetto medesimo.
Perché il problema
dell'elemosina di norma esplode quando i fatti si realizzano proprio
nei pressi della chiesa? Perché l'elemosina se verrà chiesta in
angoli bui o nefasti della città non è più un problema? A
prescindere dal fatto che vi possa essere o meno una situazione
delittuosa come la riduzione in schiavitù?
E' una questione di come
la sensibilità viene urtata e dove viene urtata.
Luogo, fiducia e
pregiudizio.
Elemosinare in periferia
è, salvo rari casi, tollerato, davanti alla chiesa o nel salotto
cittadino no, ed ecco che si scopre il problema dell'elemosina
invocando anche la repressione più esasperata.
Con la crisi reale figlia
delle peggiori speculazioni finanziarie e bancarie questo fenomeno è
destinato ad incrementare, la soluzione non è quella repressiva,
perché fallimentare, è culturale e sociale e specialmente di buon
senso e buon senso vuole che non si può fare con tutto il fieno lo
stesso covone.
Commenti
Posta un commento