Dall'Europa
allo Stato italiano, dallo Stato Italiano alle non più autonomie
locali.
La
conferenza stampa, del Governo, di giovedì 4 ottobre, verrà ricordata, oltre che
per la canonica freddezza comunicativa che caratterizza il suo tecnicismo, specialmente per lo schiaffo che viene conferito
alle Regioni, e Comuni.
Più
di una volta viene ribadito che il provvedimento, adottato in via
d'urgenza, è stato evocato ed invocato dalle Regioni, e che nello
stesso tempo il tutto si verifica con il rispetto, costituzionale,
delle autonomie locali.
Insomma
se non si rispettano i compiti per casa, come imposti dal Governo, le
autonomie locali, verranno sanzionate in modo pesante, con tagli fino
all'80% dei contributi statali, per arrivare, nella peggiore delle
ipotesi, allo scioglimento delle medesime.
Come
può esservi autonomia, quando l'erogazione di fondi e contributi
statali, è vincolata a paletti rigorosi, con la minaccia dello scioglimento?
Paletti
che se saltati o evitati si scaglieranno verso e contro i cittadini?
Già,
perché ancora una volta a pagare, saranno i soliti noti
I
cittadini.
Certo,
molti in prima battuta avranno detto, finalmente questo Governo,
bastona, in via normativa e sostanziale, la malapolitica, la non
gestione del bene comune e pubblico.
Ma
se ciò è accaduto fino ad oggi, è colpa anche nostra.
Noi
che abbiamo tollerato, per migliaia di ragioni, vuoi per il solito
sistema clientelare, che non è più solo una questione meridionale,
ma totalmente italiana, vuoi perché tanto la cosa non ti toccava
direttamente, vuoi perché così fan tutti, ora pagheremo questa
indifferenza che in sostanza corrisponde a complicità.
I
governi politici saranno inutili, in questa lunga, lunghissima fase,
chiunque governerà dovrà soddisfare le pretese dell'Europa
finanziaria , chiunque governerà a livello locale dovrà far
quadrare i conti. Insomma, saranno forse delle sfumature a mutare il
come governare, ma l'essenza non muterà, dunque, a che serve e
servirà votare?
La
politica sarà solo espressione di Bilancio e Cassa. A questo punto,
sarebbe più coerente definire lo stato di emergenza permanente,
sospendere ogni processo elettorale, che ha anche un costo notevole,
piuttosto che effettuare delle consultazioni politiche che nella
sostanza saranno inutili e parvenza di democrazia, perché chiunque andrà a governare, non
potrà imporre la propria politica sociale, ma solo soddisfare i
vincoli di Bilancio.
L'unica
alternativa possibile si chiama rivoluzione.
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