C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Il diritto alla circolazione non circola.


La crisi compromette seriamente vari diritti espressi e garantiti, almeno formalmente, dalla Costituzione, dall'Unione Europea, da Trattati e Direttive.
Uno di questi è quello della libera circolazione delle persone.
La libera circolazione delle persone è un diritto fondamentale che i trattati garantiscono ai cittadini dell’Unione europea (UE). Essa si realizza attraverso lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere interne. 

La Direttiva di riferimento è la n° 2004/38/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004, relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari  che prevede il diritto di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri. In uno dei primi articoli di questa Direttiva si legge testualmente che  La cittadinanza dell'Unione conferisce a ciascun cittadino dell'Unione il diritto primario e individuale di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri, fatte
salve le limitazioni e le condizioni previste dal trattato e le disposizioni adottate in
applicazione dello stesso.
Le limitazioni a cui di norma e per norma si riferisce la Direttiva Comunitaria sono quelle correlate a ragioni di ordine pubblico, di sicurezza pubblica o sanità pubblica, non certamente per ragioni economiche.
Il problema è semplice ma dalla immensa consistenza.
Oggi per poter effettuare dei viaggi si deve essere in possesso di consistenti risorse economiche.
Ciò perché gli aumenti ingiustificati e criminali del costo della benzina da un lato, gli aumenti del costo del biglietto dei Treni che dovrebbero garantire un servizio pubblico usufruibile da tutti i cittadini e non solo, in realtà limita fortemente il libero diritto alla circolazione.
Detto in breve, per varie ragioni, aumento del costo della vita, perdita del lavoro, non incremento delle buste paga, aumento delle tasse, la possibilità di poter viaggiare è garantita solo a pochi.
E questo è un problema serio di cui si parla poco, eppure ben conosciuto da tutti.
Uno degli effetti collaterali della crisi è quello di imprigionare le persone nelle città in cui vivono, di limitare fortemente il diritto alla mobilità, alla libera circolazione, ma anche quello di partecipare alle manifestazioni nazionali e centrali .
Oggi recarsi a Roma per manifestare è dura, non solo perché la gente è stanca ma anche perché non si hanno i soldi per affrontare i viaggi, perché le convenzioni con trenitalia sono compromesse, perché chi non ha i soldi per viaggiare difficilmente potrà recarsi nella Capitale a manifestare.
Ed ecco le soluzioni alternative, spesso si organizzano manifestazioni nazionali ma con corteo o presidio regionale, dall'altro lato invece ritornano quei furti che erano ben diffusi negli anni 70.
Si rubano le gomme delle auto, si ruba la benzina.
Nel nostro ordinamento esiste un principio che è quello dello Stato di necessità.
Stato di necessità che presto verrà invocato per azioni comprensibili perché se un diritto è un diritto, deve esserlo tale anche nella sostanza e non solo sulla carta.
Le persone prima del profitto.
L'essere umano prima di ogni proprietà privata.
Ad oggi una cosa è certa, nel dubbio cognitivo di questa crisi, il diritto alla circolazione non circola

Marco Barone

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