La crisi compromette seriamente vari diritti espressi e garantiti, almeno formalmente, dalla Costituzione, dall'Unione Europea, da Trattati e Direttive.
Uno di questi è quello della libera circolazione delle persone.
La libera circolazione delle persone è un diritto fondamentale che i
trattati garantiscono ai cittadini dell’Unione europea (UE). Essa si
realizza attraverso lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia senza
frontiere interne.
La Direttiva di riferimento è la n°
2004/38/CE
del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004, relativa al
diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari che prevede il diritto di circolare e
di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri. In uno dei primi articoli di questa Direttiva si legge testualmente che
La cittadinanza dell'Unione conferisce a ciascun cittadino dell'Unione il diritto primario e individuale di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri, fatte
salve le limitazioni e le condizioni previste dal trattato e le disposizioni adottate in
applicazione dello stesso.
Le limitazioni a cui di norma e per norma si
riferisce la Direttiva Comunitaria sono quelle correlate a ragioni di
ordine pubblico, di sicurezza pubblica o sanità pubblica, non
certamente per ragioni economiche.
Il problema è semplice ma dalla immensa
consistenza.
Oggi per poter effettuare dei viaggi si deve essere
in possesso di consistenti risorse economiche.
Ciò perché gli aumenti ingiustificati e criminali
del costo della benzina da un lato, gli aumenti del costo del
biglietto dei Treni che dovrebbero garantire un servizio pubblico
usufruibile da tutti i cittadini e non solo, in realtà limita
fortemente il libero diritto alla circolazione.
Detto in breve, per varie ragioni, aumento del costo
della vita, perdita del lavoro, non incremento delle buste paga,
aumento delle tasse, la possibilità di poter viaggiare è garantita
solo a pochi.
E questo è un problema serio di cui si parla poco,
eppure ben conosciuto da tutti.
Uno degli effetti collaterali della crisi è quello
di imprigionare le persone nelle città in cui vivono, di limitare
fortemente il diritto alla mobilità, alla libera circolazione, ma
anche quello di partecipare alle manifestazioni nazionali e centrali
.
Oggi recarsi a Roma per manifestare è dura, non
solo perché la gente è stanca ma anche perché non si hanno i soldi
per affrontare i viaggi, perché le convenzioni con trenitalia sono
compromesse, perché chi non ha i soldi per viaggiare difficilmente
potrà recarsi nella Capitale a manifestare.
Ed ecco le soluzioni alternative, spesso si
organizzano manifestazioni nazionali ma con corteo o presidio
regionale, dall'altro lato invece ritornano quei furti che erano ben
diffusi negli anni 70.
Si rubano le gomme delle auto, si ruba la benzina.
Nel nostro ordinamento esiste un principio che è
quello dello Stato di necessità.
Stato di necessità che presto verrà invocato per
azioni comprensibili perché se un diritto è un diritto, deve
esserlo tale anche nella sostanza e non solo sulla carta.
Le persone prima del profitto.
L'essere umano prima di ogni proprietà privata.
Ad oggi una cosa è certa, nel dubbio cognitivo di
questa crisi, il diritto alla circolazione non circola
Marco Barone
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