Andare avanti con il passo del gambero..c'erano una volta i bunker della guerra fredda e GLADIO

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L'organizzazione GLADIO fu voluta non tanto dalla NATO ma dagli americani per costituire un gruppo paramilitare, clandestino e incostituzionale, di migliaia di persone, prevalentemente civili, pronto ad intervenire in caso di invasione da parte dei comunisti jugoslavi od eventualmente sovietici. Come la storia ha insegnato non ci fu alcuna invasione, ma i rapporti tra pezzi di GLADIO e la strategia della tensione rimangono una delle pagine più nebulose della storia repubblicana italiana su cui probabilmente non ci sarà mai piena verità. Collisioni tra massoneria, servizi deviati, neofascisti, con l'obiettivo unico di non consentire l'avanzata del comunismo in Italia ed in Europa, perchè Stay Behind era presente ovunque non solo in Italia, ma quello che accadde in Italia non ebbe eguali nel resto d'Europa.    Attraversando il Carso, devastato dalle trincee, può capitare di imbattersi anche in  alcuni bunker della guerra fredda che dovevano essere utilizzati per cercare d

Tra protezione poco civile e le dimissioni dovute del Vice Presidente della Regione FVG Ciriani.





Quello che è accaduto in Val Rosandra è a dir poco incredibile.
Parliamo di un sito noto per le esplorazioni speleologiche, situtato nei pressi di Trieste, che tra pareti a strapiombo, rupi e vegetazione selvaggia, rappresenta un ritrovo dove l'uomo può trovar riparo dalle inquietudini quotidiane.
Almeno fino a qualche mese addietro.
Perchè l'inquietudine di una società che offre sempre più depressione caspica ora è giunta anche in Val Rosandra.
Nel weekend del 24 e 25 marzo 2012 ha avuto luogo la prima fase dell'intervento regionale di prevenzione "Alvei puliti 2012" organizzato dalla Protezione civile della Regione. Alle attività, suddivise in 12 diversi scenari d'intervento, hanno preso parte oltre 2000 volontari dei Gruppi comunali e delle Associazioni di Protezione civile del Friuli Venezia Giulia. 
Operazione ben riuscita in molti casi.

Il lavoro fatto dalla protezione civile deve essere riconosciuto come importante per la salvaguardia della natura e dell'ambiente.
Però a volte basta poco per annientare sia quella credibilità che deve caratterizzare la Protezione Civile, che l'intero lavoro svolto, da numerosi volontari, in una terra complessa come quella del Friuli Venezia Giulia,. Basta poco per gettare nel pozzo del dimenticatoio l'intero operato posto in essere da uomini e donne, da volontari.
In Val Rosandra durante la pulizia degli Alvei è stata praticamente annientata la foresta a “galleria” di Salice e Pioppo bianco che con gli Ontani,rendeva unica la Valle. Quanti anni serviranno per ripristinare il tutto? Chi dice trenta, chi quaranta, chi non tornerà più come prima.

Eppure il tutto è stato pubblicizzato a dovere sul sito della Protezione Civile del FVG. Vi è per esempio una galleria fotografica dove si possono vedere i lavori fatti sui tratti del Torrente Rosandra nel territorio comunale di San Dorligo della Valle.

E si precisa anche che   Nelle due giornate di sabato 24 e di domenica 25 il Vicepresidente della Giunta Regionale ed Assessore alla Protezione civile, dott. Luca Ciriani, e il Direttore centrale, dott. Guglielmo Berlasso, hanno effettuato il sopralluogo di tutte le dodici aree di intervento. L'Assessore ha così potuto incontrare i volontari ed i tecnici della Protezione civile regionale ed ha espresso loro il ringraziamento per l'incredibile spirito di partecipazione e di dedizione che hanno dimostrato anche in questa occasione.

 Cosa confermata anche dal comunicato stampa apparso  sul sito della Regione Ciriani infatti si è recato prima sul torrente Rosandra, a San Dorligo della Valle in provincia di Trieste, per poi raggiungere l'Isonzo in prossimità del ponte tra Sagrado e Gradisca. 
 

Ed  allora visto che il sig. Ciriani è Assessore alla Protezione Civile, visto che ha visitato i luoghi del delitto, con tanto di sopralluogo durante i lavori, il minimo gesto che ci si deve attendere è la produzione formale ed immediata delle dimissioni.
Certo non saranno le dimissioni a risolvere il problema Val Rosandra, ma intanto l'assunzione diretta della responsabilità politica e non solo di quanto accaduto in Valle è atto necessario, sia per non compromettere l'immagine della Protezione Civile che da questa vicenda rischia di uscirne, per ovvi motivi, altamente lesa, che per rispetto di tutta quella cittadinanza che ha delegato indirettamente o meno a certi uomini il coordinamento di operazioni volte alla salvaguardia dell'ambiente, del bene comune e collettivo.

Ancora una volta l'essere umano, con la sua mano, ha devastato e violentato la propria naturale madre, la natura.

Marco Barone

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