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Visualizzazione dei post da ottobre, 2011

Maggio 1948: il primo treno d'Italia a Monfalcone dopo la guerra

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Poche ore dopo l'insediamento del primo Presidente della Repubblica, a Trieste, giungeva il primo treno d'Italia, dopo la fine della seconda guerra mondiale. Treno che passava chiaramente anche dalla stazione di Monfalcone, come testimonia un breve fermo immagine tratto dal prezioso video dell'archivio dell'Istituto Luce. Il video interessa l'i naugurazione della linea ferroviaria Venezia-Trieste. Fu un fatto storico di estrema importanza, un piccolo segnale di ritorno alla normalità in un Paese ridotto in macerie a causa della seconda guerra mondiale. Le ferrovie sono sempre state importanti nel nostro territorio, soprattutto grazie agli investimenti originari effettuati dall'Impero asburgico. Nel 1854 venne infatti aperta la linea da Trieste a Vienna  attraverso il Semmering. Il progettista fu il veneziano Carlo Ghega, a cui a Trieste è dedicata una via in città, linea di 14 gallerie, una delle quali raggiungeva la lunghezza di  ben 1431 m, con 16 viadotti e

Ri-conquista del bene comune (video)

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In tal ignobile anatema, vige il DOGMA del sistema, chiamato capitalismo, ed io vivo la grande laica ERESIA opposta alla capitale catena chiamata RESISTENZA Dunque or sono Marco l'eretico... Ri-prendemmo la Valle che non si arrese alle capitali pretese, ecco la sovranità popolare ; Ri-costruimmo la pubblica scuola, ecco il diritto laico al sapere ; Ri-focillammo la fonte della pubblica acqua, ecco dissetata la sete di giustizia sociale ; Ri-coltivammo l'arida terra comune, ecco saziata la fame di libertà ; Ri-governammo il diritto al lavoro, ecco la fine del bieco servilismo ; Ri-edificammo il tempio dell'uguaglianza, ecco la fine della disumana diseguaglianza . E quando bussarono alla mia porta, vidi sull'uscio della realtà ritrovata, la libera umanità vivere la libertà auto-determinata nell'essere umano. Siamo eretici al dogma capitalistico  per la riconquista del bene comune in tal lume di speranza per la viva libertà ad oltranza...

Pretendo e non concedo (Video)

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Questo è il tempo delle pretese.

Trieste? Occupata!

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CI HANNO BUTTATI FUORI DALLE SCUOLE, HANNO CERCATO DI REPRIMERE LA NOSTRA PROTESTA, MA NOI NON CI ARRENDIAMO.  Questo sistema internazionale è in crisi e siamo convinti che sia giunto il momento di riappropriarci dei nostri beni e dei nostri diritti, che troppe volte ci sono stati portati via, a partire dalla CONOSCENZA! Queste sono le poche parole, ma forti ed incisive, con cui gli studenti di Trieste, dopo gli sgomberi preventivi posti in essere nei giorni scorsi  in città, hanno occupato Piazza dell'Unità a Trieste. Si chiama #occupytrieste !   Un movimento che nasce spontaneamente, dopo un corteo diffusosi per la città, per protestare ed elevare il proprio grido d'indignazione. A Trieste pochi giorni addietro, molti studenti e molte studentesse, hanno cercato di occupare gli spazi delle scuole pubbliche per contribuire alla difesa della scuola pubblica. Anche se a parer mio si deve andare oltre il concetto di difesa della scuola pubblica, semplicemente pe

Indignavendolo (Video)

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Video Indignavendolo di Marco Barone. Una provocazione oltre la demagogica indignazione..

Vorrei, ma non posso, quindi...

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Come spesso accade, almeno in questo tempo dalla viva malinconia, abbandoni il tuo corpo e la parte immateriale del tuo essere umano al mondo dell'incertezza, ( sogno o incubo?) per risvegliarti nell'ordinaria incertezza. Cosa mai accadrà oggi? Cosa mai mi accadrà oggi? Nessuna progettualità, nessuna programmazione, niente di niente. Si vive semplicemente alla giornata. Vai a dormire svegliandoti con quel che sarà sarà. Io, personalmente, andando oltre la maschera quotidiana, ho sempre coltivato il senso del dubbio. Meglio il dubbio che la certezza della monotonia quotidiana. Ma nello stesso tempo ho provato a costruir il mio equilibrio. Equilibrio sociale. Oggi divenuto precarietà esistenziale. Si vive alla giornata. Si vive il momento. Quel che sarà sarà. Che disastro. Chiusa questa breve premessa eccomi al vorrei, ma non posso, quindi... In questi giorni è successo di tutto. Ma voglio soffermarmi su picc

Drogati di consumismo.

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Incredibile. Già, incredibile, ma tutto e ripeto tutto tristemente reale e poco regale. Poco regale per quella maledetta indignata dignità che ogni giorno diciamo di voler rivendicare, affermare. Accade che a Roma inaugura la sua attività un centro commerciale. Promettono forti sconti. E cosa succede? Caos più totale. Oltre 250 vigili costretti ad intervenire per controllare le indomite vie del traffico di Roma andate letteralmente in blocco totale. Aspirale consumistica affermata. Ponte Milvio, Cassia, Flaminia, Salaria, Corso Francia, Olimpica, Monti Tiburtini, XXI Aprile, San Giovanni, Prenestina, Tangenziale Est, bloccate. Per non parlare delle risse, che molti hanno vissuto. E tutto questo per cosa? Per occupare il Parlamento? Per protestare per la perdita del lavoro? Per protestare conto il golpe bancario in itinere in questo paese? No. Tutto questo per un fottutissimo momento di glorioso consumismo. Siamo malati di consumismo. Il consumismo è la forza del

Otto mesi per...

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 Otto mesi.  244 giorni  per: a)  Mutare l'essere umano in automa servile al padrone; (promozione e valorizzazione del capitale umano ) b) distruggere il diritto del lavoro; ( efficientamento del mercato del lavoro) c) distruggere i beni comuni ed i servizi pubblici; (apertura dei mercati in chiave concorrenziale) d)  tutelare i padroni; (sostegno all’imprenditorialità e all’innovazione) e)  de-responsabilizzare il capitale; (semplificazione normativa e amministrativa) f)  privatizzare la pubblica amministrazione; ( modernizzazione della pubblica amministrazione) g)  giustiziare la giustizia; (efficientamento e snellimento dell’amministrazione della giustizia) h)  devastare l'ambiente; (accelerazione della realizzazione delle infrastrutture ed edilizia) i)  de-costituzionalizzare l'Italia; (riforma dell’architettura costituzionale dello Stato) Otto mesi per golpizzare il sistema sociale italiano, otto mesi di  triste degrado disumano, c

Ettore Monteleone, ribelle senza patria : La fuga

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  La fuga Il Professore ed Ettore si avviarono verso il covo ove era tenuto prigioniero Bunga Bungasi. In tal giornata, contemporaneamente all'operazione verità,  accadeva che madre natura decideva di offrire un nuovo segnale all'umanità. Una tempesta solare incredibile. Che, nell'attesa di quella catastrofica del 2013, ha già seriamente compromesso il funzionamento di molti satelliti. In particolar modo i satelliti militari e dei servizi dei vari Stati occidentali, costruiti per controllare la mente umana, sono andati letteralmente in fumo. Molte persone, grazie all'intervento di madre natura, potranno vivere la libertà dalle voci. Voci del sistema che condizionavano la loro esistenza. Ciò accadeva grazie a dispositivi ad ultrasuoni che collegati ai piccoli, ma potentissimi, satelliti Controllo Mentale , permettevano la realizzazione compiuta del controllo di ogni facoltà mentale dell'individuo. Non più essere umano. Ora è il t

Ci siamo, il governo è caduto.

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Italiane ed italiani, in tal tempo ove riunioni e poche passioni, ove strade e vie senza più meta infiammano il desiderio della rivolta, ove il giorno è l'unico senso ad una vita senza confine, ove la mattina ti alzi senza saper cosa mai ti aspetterà, lavoro o licenziamento, turbamento o incazzatura perenne, vi comunico che il pomo punico ha saziato la teatrale concordia alimentando l'insanabile discordia nel gioco di quel dado sottratto alla mano del popolo e tratto nel palazzo del potere. Il governo è caduto. Caduto nel fango del lor stesso potere, e tutti a chinar la testa alla non più sovranità popolare? Giammai. Il governo è caduto, tal decisione maturata per volontà dei creditori del capitale, chiamali se vuoi Francia e Germania,  santificata dal  Draghi non ribelle, che la giustizia sociale ancor offende, verrà con tetra sofferenza  ed istituzionale riconoscenza, comunicata, annunciata e l'operazione massacro sociale è, ahimè, iniziata.

Alcuni effetti del 15 ottobre, aspro conflitto all'interno del movimento

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Dopo Genova 2001, dopo il dibattito logorante violenza sì, violenza no, mentre si continuava a patire la violenza del sistema, dopo anni di sofferenze e divisioni, non appena matura una manifestazione enorme, ecco che nuovamente, per ragioni varie che avevo anche espresso in precedente articolo ,  si assiste al declino. Un declino a volte figlio di un degrado sociale e culturale meschino, a volte figlio del settarismo politico, a volte figlio della e poco regale, grande ignoranza. Che il 15 ottobre sia maturata una sorta di "resa dei conti" all'interno del non movimento è un dato di fatto,commenti anche duri, aspri sono stati pubblicati su vari siti di controinformazione e di riferimento per l'area antagonista e conflittuale di tal Paese, ma tutto ha un limite. Quando si arriva ad invocare l'odio verso i compagni, da parte di c.d compagni, quando si arrivano ad invocare accuse prive di ogni fondamento, come unico pretesto per attaccare l'unica realt

Ecco perchè siamo nelle "mani" della Francia e della Germania.

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Voglio iniziare e condividere questa riflessione, con tutti voi, con le dichiarazioni del portavoce del governo tedesco Seibert. "Francia e Germania considerano l'Italia un paese economicamente molto forte, un importante membro Ue e uno dei nostri partner più stretti".  Per la Germania e la Francia l'Italia è "un paese dalle prestazioni economiche molto alte che ha, tuttavia, un alto debito". Bene.  O forse male, malissimo. Con chi abbiamo questo debito? E' una domanda che mi pongo da qualche tempo. Tutti che parlano di debito pubblico, di crisi reale e finanziaria, ma pochi, pochissimi, che cercano di scoprire le carte. Con chi siamo indebitati? Io non sono economista. Ma internet è una grande risorsa. Andiamo per ordine, in tal disordine sistemico. Nel sito della Banca d'Italia si legge, in uno scritto del 2008 , che  la ricostruzione del debito pubblico italiano comincia dal 1861 (Toniolo, 1988) quando dopo l’unif

Correre. A Marco Simoncelli

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La moto corre, corre, corre per la via di quell'asfalto rovente. Rovente di adrenalina, rovente di passione per il suono senza suono delle gomme divorate dalla vorace strada, del motore dominato da quella chioma selvaggia, motizzante il fruscio del vento, nel sorpasso per la vittoria. Oggi sventolava l'ultima bandiera. Oggi sventolava il tramonto della gioventù non omologata al canone limpido e non impavido nella monotonia senza tempo. Si corre, ed hai corso, nella fuga oltre  il limite dell'evento, oltre la linea del senso. Romba il motore, ruggisce la ratio nel frenetico cuore ed impenna la fuga per quella strada dal colore non più certo, vento, foschia umana follia nell'amor per la vita. Era il progresso, un progresso regresso nell'urlo del frastuono nel silenzio restio alla sella meccanica del cavallo selvaggio nel sentimento mai vano di tal tempo avaro d

Ettore Monteleone, ribelle senza patria : L'attesa

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L'attesa Mentre la marina della Corea del Sud gioca alla guerra con la marina della Corea del Nord, mentre in Calabria le 'ndrine hanno attuato regolamenti interni di conti a colpi di bastone e le borse della finanza del capitale hanno ripreso il loro normale ordinario corso, dopo aver indotto gli Stati ad attuare riforme di macelleria sociale e mentre il costo del petrolio scende ma quello della benzina sale, tra voragini che risucchiano i mezzi meccanici di tal tempo, e posti di lavoro sorteggiati alla lotteria, l'evento Minchionne dominava su tutte le prime pagine dei quotidiani locali e nazionali. La seconda notizia è stata data. Ed ha avuto gran risalto. Sull'iniziativa di Minchionne è nato un gran dibattito. Tra lavoratori increduli e padroni colti da gran malori. Questo perchè la scuola Minchionne ha avuto effetto domino. Molti operai son scesi per le strade a rivendicare il controllo diretto dei luoghi di produzione e sfruttamento, altri chied