La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

Immagine
Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Da Rotta della Cucca a Genova, alla ricerca del colpevole.

Dal lontano 17 ottobre del 589 al 4 novembre 2011,
l'Italia è stata devastata da
eventi naturali
nell'innaturale devastazione ambientale.

Ora
violento nubifragio,
ora
esondazione/piena dei fiumi,
ora
piogge alluvionali e dissesto idrogeologico,
ora
cedimento dell'argine a causa di una piena,
ora
piogge torrenziali e tifone.

Per non parlar dei terremoti.
Secoli di devastazioni.
Secoli di lacrime.
Secoli di lutti.
Secoli di esasperazione.
Eppure si continua nell'andar contro.
Contro la natura.
Nel non rispettare l'ambiente.
Tutti alla ricerca del colpevole.
Momenti di sfogo, di rabbia, di dolore.
Il vero colpevole è l'essere umano.
Siamo tutti responsabili.
Siamo tutti colpevoli.
Attendendo il prossimo evento naturale
nell'innaturale devastazione ambientale,
piangendo vittime dell'incuria umana,
vittime sacrificali nel nome
del progresso regresso,
urleremo ancora,
piangeremo ancora,
ancorando la nostra rabbia
nel senso della frenesia quotidiana.
Evento dopo evento,
morte dopo morte,
nella reale umana sorte,
tra titoli di coda,
tra raccolta fondi,
tra riprese televisive,
tra l'umano sconforto
ed il naturale diritto storto che viviamo,
continueremo ad andar alla rircerca del colpevole.
Secoli.
Non un giorno.
Ma secoli di  omologato adattamento alla tragedia
nell'innaturale sconvolgimento
della quiete naturale
ora tempestosa
e violenta
domani
serafica
e dormiente.

Marco Barone


Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot