La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Taglio di capelli in tempo di crisi.

In questo preciso momento voglio parlar di quell'esperienza di vita che probabilmente avranno vissuto tutti e tutte.
Il taglio dei capelli.
Il taglio dei capelli è un rito.
Uno di quei riti senza omelia o diffusione di alcun incenso.
Un rito però umanamente sacro ed importante che determina la presenza  teatrale dell'individuo all'interno della collettività.
Capelli biondi, rossi, castani, viola, verdi, gialli, tanti colori, espressione della voglia di comunicare il proprio grido esistenziale.
Io ci sono.
Li vedi i miei capelli?
Bene.
Ci sono.
Beh poi anche la forma del taglio.
Corti, lunghi e sciolti come lo sciamano il quale pregava e danzava per entrar in contatto con il laico soprannaturale; oppur incolti come quelli dell'eremita distaccato dal mondo, distaccato dalla società, ma non da se stesso.
Forme, colori, tagli, e tanto altro ancora.
I capelli esprimono il proprio modo di essere.
Si appare per essere.
Ma in tempo di crisi si deve ricorrere ai ripari.
Succede che una mattina qualunque ma non qualunquista decidi di voler tagliare i capelli.
Così, senza un vero motivo.
Hai voglia di farlo e lo fai.
Esci dal dormitorio privato, entri nella folla oceanica della metropoli inquinata dai pensieri consumistici del presente e vai alla ricerca del parrucchiere.
Per uomo.
Prezzi incredibili.
Si parte da un minimo di 18 euro per arrivare anche a 25 euro.
Beh ti lavano anche i capelli comunque.
Follia.
In quella mattina decidi semplicemente di voler fare un taglio semplice, corto.
Capisci che puoi farlo da solo.
Ed allora armato dalla buona volontà di andar oltre quella follia, pensi: 20 euro per un taglio che dura 7 minuti e 45 secondi? 
Ma siam matti? Vado, compro, ed esco e taglio.

Entri in un negozio.
Compri una macchinetta per tagliar i capelli.
Che potrai utilizzare una decina di volte.
Quindi, il risparmio è garantito.
Prezzo 9 euro e 99 cent.
Perchè non venderla a 10 euro tondi tondi?
Solite strategie di mercato.
Di falsa comunicazione, perchè dirai che costa 9 euro e non 10 euro.

Tutto sorridente ritorni nel non tuo dormitorio privato.
Leggi le relative istruzioni.
Fumi sigaretta.
Sei carico.
Anche la macchinetta è carica.
Tra fili e rumori elettrici ecco scorrere la tecnologia sopra il tuo capo senza padrone.
I capelli lentamente giungono alla loro triste fine.
Li ringrazio.
Ma è ora di rinfrescar la testolina.
Fa caldo.

Poi succede anche che all'improvviso la macchinetta non funziona più.
Tragedia.
Panico.
Ed ora?
Non puoi mica uscir con i capelli tagliati a metà.
Pensi alle varie soluzioni.
Forbice e pettine.
Ma non basta.
Fumi sigaretta.
Mediti.
Decidi.
Chiami il soccorso taglia capelli.
Tua sorella.

Ti dice che non può venire ma se vuoi puoi raggiungerla tu.
Bene.
Anzi male.
O meglio bene e male.
O male e bene.
Beh in ogni caso esiste sempre una soluzione.
Quei 20 euro non li spendo.
Son troppi.
Ci mangio per giorni con 20 euro.
Apri l'armadio e vai alla ricerca del cappellino con visiera.
Volano via maglie, camicie, pantaloni.
Ma alla fine ecco il cappellino.
Con la visiera.


Così nessuno potrà notar il tuo taglio a dir poco pazzoide.
Ti precipiti dalla sorella.
Sorella non suora ma sorella nel senso sanguigno del termine!
E' a casa con amici.
Conosci i suoi nuovi coinquilini.
Li saluti.
Ti scusi per la non formale conoscenza, anche se alla fine poi sei il primo a fregartene delle formalità.
Ma non si sa mai.
Ti fa accomodar non in bagno, perchè lo ha appena pulito, non nella sua stanza, perchè è un caos perenne, ma in cucina.
In cucina ove i suoi nuovi coinquilini si apprestano a pranzare.
Tra una spaghettata ed un bicchier di vino ecco il taglio dei capelli che avanza, avanza, avanza.

Bene.
La ringrazi.
Saluti i suoi amici.
E via di corsa immerso nella quotidianità della città.


Marco Barone


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