C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

Immagine
    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Ti scrivo perchè...

Ti scrivo perchè, non sempre deve emergere il perchè.
Ti scrivo perchè tanto ti ho amata.
Ti scrivo perchè tanto ti ho sognata.
Ti scrivo perchè ti ho attesa.
Ti scrivo perchè sei  nell'aria sospesa.

Mia cara libertà, prigioniera dell'umana frontiera,
triste nell'animo,
viva nel laico cantico,
scalfito nella memoria partigiana,
celato dalla cattiveria quotidiana.

Ti scrivo perchè mi manchi,
ti scrivo perchè i miei occhi son stanchi,
ti scrivo perchè ti ho cercata,
ma non ancora trovata.

Mia cara libera libertà,
strade sveglie nel sogno della rivoluzione,
brucia, brucia la collettiva passione,
destinata a divenir mero amore,
attendendo il ritorno di Core.


Amore per la libertà dal sistema,
amore per la libertà dell'individuo,
amore per la libertà di gridare,urlare nel silenzio drogato dal tempo passato,
il canto della ribelle volontà,
di sconfinar la presente iniquità.

Mai giustizia potrà esistere senza viver la libertà.
Mai amore potrà esser tale senza sognar la libertà.

Ti scrivo mia cara libertà, perchè mai sei stata mia.
Ti cerco,
ti voglio,
ti sogno,
ti avrò.

Marco Barone

Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot