La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Tra il dondolare sulla fiducia del governo e la morte "strana" di un senegalese a Brescia.

Oggi a Bologna è arrivato il gran freddo.
Un freddo tipico invernale ma nello stesso tempo è una giornata solare.
Si respira aria di cambiamento di strane sensazioni, di aspettative.
Incontro per strada un compagno che mi dice ” vado in zona universitaria a brindare per il dondolamento di Berlusconi
Rispondo, forse anche freddamente, brinderò solo quando dondolerà il sistema.
Berlusconi alle ore  13.42  ottiene anche la fiducia alla Camera. Ma è talmente debole che non riuscirà a governare.

Non cede il potere. Il problema è che se l’alternativa è il Pd non è che poi ci sia tanto da stare allegri.
Alle 11:31 al Senato quattro voti di fiducia non previsti . Hanno votato a favore del governo i senatori dell’Union Valdotain, Antonio Fosson, Riccardo Villari del Gruppo Misto, Salvatore Cuffaro dell’Udc, e Sebastiano Burgaretta dell’Mpa.  L’esecutivo ha ottenuto la conferma con 162 si e 135 no.Questo il responso del Senato.
Alla Camera lo spettacolo è stato più interessante, tra diti medi alzati e sigarette fumate.

Alle 12:01  Calearo: “Da Pd mi dicono di votare fiducia a premier”;  alle 12:57  Polidori  vota fiducia a Berlusconi; alle 13:10  ex Idv Razzi vota contro sfiducia; alle 13:14 Gasparri mostra dito medio a Fini  mentre il gruppo Pdl al Senato ha accolto con un boato di esultanza il ‘no’ alla sfiducia da parte  della deputata Fli, Catia Polidori.  Ecco che alle 13:25 per la troppa tensione, Fini dopo un anno fuma sigaretta. Poveretto era dal natale del 2009 che non assaporava più il gusto della nicotina. Alle 13:41 Calearo, Cesario e Scilipoti votano fiducia.
Risultato finale: la Camera ha confermato la fiducia al governo respingendo con 314 no e 311 sì le due mozioni di sfiducia presentate nei confronti dell’Esecutivo Berlusconi. Gli astenuti sono stati due.

Mentre tale spettacolo teatrale, il cui biglietto è pagato caramente da tutti noi umili poveri sudditi, da http://www.radiondadurto.org/,  che sabato 18 dicembre compie 25 anni; una radio che non ha introiti pubblicitari e può vivere solo attraverso l’autofinanziamento che  garantisce una totale autonomia di pensiero e di azione, una emittente di contro-informazione importante per chi vuole conoscere verità celate, si apprende che  domenica 12 dicembre,attorno alle 8.45 del mattino presso l’ospedale civile viene constatato il decesso di Elhdy Seyou Gadiaga, 36 anni, cittadino del Senegal, in Italia da circa 15 anni. In ospedale era arrivato da poco. Da venerdì pomeriggio Elhdy era trattenuto presso la caserma dei carabinieri di piazza Tebaldo Brusato.

Sul sito della Radio si legge che in base alla legge Bossi-Fini e al “pacchetto sicurezza” del 2009, si trovava in stato d’arresto soltanto perché era stato trovato privo dei documenti per il soggiorno regolare in Italia e mesi fa era stato colpito da un provvedimento di espulsione per “immigrazione clandestina”. Come previsto dalla legge, Elhdy non aveva più il permesso di soggiorno che ha avuto per molti anni perché aveva perso il lavoro.
Certo è, già ora, che Elhdy in quella caserma è entrato vivo e ne è uscito morente, o forse addirittura già morto, dopo poco più di 24 ore.

Certo è che i carabinieri non potevano non sapere che Elhdy soffriva di una forma d’asma cronica, per la quale portava sempre con se’, oltre ad un’apposita bomboletta, anche la necessaria documentazione medica.
Certo è che Elhdy è stato condotto in quella caserma grazie all’applicazione della legge Bossi-Fini e del “pacchetto sicurezza” (L 94/09) che trasforma in colpevoli di reato gli immigrati irregolari.
Certo è che nella giornata e nella serata di venerdì 10 dicembre, guarda caso alla vigilia della manifestazione dei migranti per i permessi di soggiorno del giorno successivo, le forze dell’ordine, in particolare i carabinieri, hanno intensificato nelle strade le massicce azioni di controllo dei documenti che soprattutto da novembre, per rappresaglia contro la battaglia della gru per la regolarizzazione, hanno reso Brescia città blindata dalla polizia, territorio di caccia aperta agli immigrati cosiddetti clandestini e non solo, un vero laboratorio dell’autoritarismo padano e del razzismo, voluto direttamente da Maroni.

Anche questa morte a dir poco anomala per un paese civile, ma normale per il sistema Italia probabilmente offrirà a qualcuno momenti di riflessione,ad altri di grande indignazione,ad altri di rassegnazione.
Si può andare avanti così?
Arriverà il momento in cui una scelta dovrà essere attuata.
Non mi riferisco alla scelta del voto della prossima primavera, mi riferisco al fatto che se vogliamo cambiare le cose presenti figlie del passato ancora vigente in queso nostro paese, oltre che criticare, stupirsi, meravigliarsi, indignarsi, rammaricarsi, è essenziale, è necessario andare oltre.
Oltre il potere, oltre il brindare il dondolamento di Berlusconi, oltre il personalismo politico, oltre l’esistente.
Perchè quello che è successo a Brescia è grave.
Perchè quello che è successo al Senato ed alla Camera, oggi, è una cosa a dir poco disgustosa.
Ma loro sono sempre lì fermi nel loro potere, in quel potere malato e drogato.

Il ragazzo senegalese invece non c’è più.

Le due cose non sono indipendenti, sono collegate, perchè la morte di quel ragazzo è strettamente connessa al sistema di regole oggi vigenti, volute sia dalla destra che dalla sinistra istituzionale.
Oltre, andiamo oltre le prospettive volute ed imposte dai potentati, dai politici, e politichesi.
Andiamo oltre.

Marco Barone

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