Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Le Savianate e la 'ndrangheta.

Scrivo questo articolo mentre apprendo che in Calabria, a Palmi un povero operaio è stato ucciso per errore, in agguato mafioso.
L'obiettivo  era un avvocato .
La vittima, operaio incensurato e nessun contatto con ambienti malavitosi, originaria di San Martino di Taurianova, nella Piana di Gioia Tauro, era residente a Isolabona, in provincia di Imperia.
Invece Nizzari, operato d'urgenza all'ospedale di Gioia Tauro subito dopo l'agguato, è un avvocato penalista del foro di Palmi molto conosciuto in città anche per essere il coordinatore del circolo cittadino della lista Scopelliti.
Da quello che emerge dai primi riscontri della magistratura Calabrese il vero obiettivo era proprio l'avvocato.
Quindi la 'ndrangheta ha sbagliato mira?

Veniamo ora al dunque della mia riflessione.
Una cosa è certa.
Parlare di 'ndrangheta, che fino a poco tempo addietro era per la legislazione esistente in tema di contrasto alle mafie inesistente, oggi giorno procura audience, interesse, curiosità.
Nelle librerie ad esempio non ho mai visto tanti libri sul fenomeno 'ndrangheta come quelli che si possono trovare oggi giorno.
Per non parlare dei media.
Ad esempio la puntata di ieri ha registrato picchi superiori a 10.400.000 spettatori (10.430.000 alle 21.46) e al 40 per cento di share (40,61 per cento alle 23.27). I contatti sono stati circa 20 milioni (19.983.000), con una permanenza record del 45,20 per cento.

Cifre se confermate enormi per il popolo televisivo.

Certamente emerge grande curiosità su tale fenomeno.
Beh inviterei tutti, ma proprio tutti quelli che vogliono capire cosa è la 'ndrangheta a contattare uno dei tantissimi giornalisti minacciati quotidianamente in Calabria dalle 'ndrine.
A parlare per esempio con Pino Masciari o Ruello testimoni di giustizia che aspettano l'esecuzione della loro sentenza a morte già scritta dalla 'ndrangheta.
Ma inviterei tutti a vivere per qualche tempo in Calabria, per capire cosa è la 'ndrangheta.
Radicata a livello sociale, culturale da oltre 150 anni in quella che potrebbe essere per le potenzialità che la connotano la Lombardia del Sud Italia.

Quindi, Saviano, ora si occupa da tuttologo anche di 'ndrangheta.
Saviano, che andando oltre Gomorra ove era la Camorra la mafia più potente del mondo, ora, per ragioni tutte da comprendere sostiene che  è la 'ndrangheta la più potente organizzazione mafiosa mondiale o quasi. Cosa in verità sostenuta da circa dieci anni da vari magistrati, ma ciò poco importa nella classifica tutta italiana delle mafie che determinano la loro grandezza e potere sull'ignoranza e sulla disperazione delle persone.

No no attenzione, dico che si deve parlare di 'ndrangheta, si deve far conoscere tale fenomeno.
Ma non venite a dirmi che le cose ascoltate in quella trasmissione sono sconvolgenti perchè non ha detto nulla di più e nulla di meno di quello che da anni emerge in tutte le inchieste condotte dai magistrati sulla 'ndrangheta, e non solo.

A parte la questione politica che è scaturita in merito alla vicenda del presunto rapporto tra la 'ndrangheta e la Lega nord,  tutta raccontanta nelle 3000 pagine dell’inchiesta Crimine ove emergono i rapporti diretti  che il consigliere regionale leghista da sempre,  ebbe con l’avvocato Pino Neri, massone dichiarato e soprattutto boss di primissimo piano finito in carcere. Nella primavera del 2009 i due sono stati filmati dai carabinieri mentre si incontravano per discutere dello scambio di voti da effettuare spostandoli su un candidato gradito alle cosche,ed alle parole di Maroni che  dichiara che "mi ha definito uno tra i migliori ministri nella lotta alla mafia e ora vorrei che ripetesse le accuse di ieri guardandomi negli occhi: è facile lanciare il sasso senza il contraddittorio"
http://www.repubblica.it/politica/2010/11/16/news/maroni_saviano-9164864/?ref=HREA-1

beh per questioni di audience e popolarità la porta dell'opportunismo è sempre dietro l'angolo;
il Saviano, ha anche detto praticamente che  Platì come Casal di Principe e Corleone sono luoghi pieni di bunker dove si nascondono uomini che vivono in condizioni terribili ma dai quali esercitano il loro potere che arriva fino a Milano. «In quei bunker si decide il destino di questa parte d'Italia – dice Saviano - nella Lombardia, regione capitale degli investimenti criminali. Altro che terroni».

Beh forse Saviano è rimasto indietro con qualche pagina d'inchiesta o non è molto aggiornato su tale punto.
Il bunker inteso da Saviano, almeno per come è passato all'immagine collettiva sembrerebbe un qualcosa di invivibile, di orribile,tremendo, un luogo sotterraneo degradante ecc.
Ma in verità...i boss della 'ndrangheta oggi giorno proprio per manifestare il loro potere si nascondono dentro ville svolgendo vita tutt'altro che in condizione terribile....
Ad esempio la polizia ha fatto irruzione in una VILLA in località Perretti di Reggio Calabria dove Giovanni Tegano, boss della 'ndrangheta, è stato sorpreso mentre era in compagnia di altre persone ; ma c'è anche una villa ispirata a quella del film 'Scarface' (interpretato da Al Pacino) tra gli immobili sequestrati dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria alla cosca Alvaro di Sinopoli....destinata all'uso del boss e suoi diretti parenti affiliati; Ma anche  Salvatore Torcasio, presunto boss della ‘ndrangheta di Lametia Terme aveva una villa dal valore di 850 mila euro; oppure l’arresto di Antonino Gallico, quarantaduenne originario della Calabria, esponente di spicco dell’omonima famiglia alleata con quelle dei Morgante-Sgrò-Sciglitano, che da anni portano avanti una guerra di mafia con gli esponenti di altre due famiglie calabresi, quelle dei Bruzzise-Parrello. La Polizia di Latina lo ha scovato all’interno di una VILLA lungo il litorale di San Felice Circeo.

Ciò evidenzia il reale status di avanzamento di tale organizzazione, il fatto che non hanno necessità di nascondersi sottoterra, il fatto che sono protetti dalla cultura dell'omertà, dal non vedo, non sento , non parlo.
Ad esempio quante denunce contro il racket sono state fatte in Calabria? Quante?
Quanti collaboratori di giustizia, veri , ci sono?

Ripeto, si è fatto bene in quella trasmissione a  parlare di 'ndrangheta, ma lo si è fatto in modo incredibilmente superficiale,facendo cenno a questioni conosciute da decenni, a questioni emerse in pagine e pagine d'inchiesta giudiziaria, e senza sfiorare minimamente il che cosa è veramente la 'ndrangheta in Calabria ed oltre i confini del sud Italia. Che cosa è la 'ndrangheta a livello umano e sociale, a livello di cultura e radicamento nel e sul territorio.
  Peccato perchè si è sprecata una grande occasione che poteva essere utile per  la comprensione della 'ndrangheta.
Ma probabilmente ciò non poteva essere detto, perchè oltre riportare quanto letto in atti giudiziari forse non si conosce altro della 'ndrangheta.
  Peccato perchè visto che si voleva spiegare tale fenomeno alla società Italiana tramite un canale Rai, si è preferito spettacolarizzare tale realtà sistemica.
Ma d'altronde chi non conosce la Calabria, chi non conosce la consistenza della 'ndrangheta credo farebbe cosa giusta  a non spiegare la 'ndrangheta a chi vuole capire, conoscere, apprendere, ma a limitarsi con umiltà, cosa mai vista da Saviano nella serata di ieri, e con rispetto di chi oggi giorno per scrivere quelle cose da lui raccontate,e ripeto raccontate, è sotto scorta, rischia veramente la vita , semplicemente a manifestare una propria opinione.
Perchè alla fine si rischia solo di mediatizzare e strumentalizzare per altri fini, quel fenomeno sociale, culturale, che devasta la Calabria ed è infiltrato da decenni in varie regioni Italiane, in Germania, in Colombia ed in tutti quei paesi ove può trarre profitto.
Ed attenzione la mediatizzazione di tali fenomeni umani e reali e storici,può avere effetto boomerang nel contrasto concreto ed effettivo alla mafia in genere.

Domanda: a quando il primo film sulla 'ndrangheta?

Marco Barone

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