Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Approvato il nuovo regolamento sull'editoria. E' la fine della libertà d'informazione?

Dopo la sospensione delle agevolazioni postali per la spedizione di periodici, libri e quotidiani che ha comportato di punto in bianco  che dal primo aprile 2010  editori di quotidiani, periodici e libri non potevano e non possono più usufruire di tariffe agevolate, ma delle normali tariffe di Poste Italiane, ovvero che se fino al 31 marzo una casa editrice per spedire un pacco di libri fino a 3 Kg pagava 1,35 euro (costo peraltro già abbondantemente lievitato da inizio anno), dal giorno successivo  paga 7 euro.

Intervento posto in essere proprio per colpire l'editoria piccola indipendente di contro informazione, colpire chi contribuisce in questo paese dal regime democratico a far ragionare le persone, a svegliare le menti spesso annichilite dai media e dalla stampa di Stato; ecco che il Consiglio dei Ministri, dopo anni di tentativi, oggi ha approvato il nuovo regolamento che riordina le procedure di erogazione dei contributi diretti ed indiretti all'editoria.
Occorre precisare che  con il decreto incentivi, solo ed unicamente  per l'editoria non profit sono state riattivate le agevolazioni di cui sopra.

In una nota del Governo si legge che :

"Il regolamento tende a premiare i giornali che arrivano effettivamente nelle edicole, eliminando dal calcolo le copie vendute in blocco e quelle attraverso lo strillonaggio. Altro obiettivo, premiare le imprese giornalistiche che hanno un numero minimo di dipendenti.

Il regolamento contiene altre disposizioni per favorire e tutelare l’occupazione nel settore giornalistico: le cooperative editrici potranno infatti percepire i contributi solo nel caso in cui siano composte in prevalenza da giornalisti e la maggioranza dei soci sia titolare di un rapporto di lavoro subordinato. Sono previste riduzioni fino al 20% dei contributi nel caso in cui l’impresa non utilizzi un numero minimo di giornalisti dotati di regolare contratto di lavoro.

Per quel che riguarda l’erogazione dei contributi, le copie effettivamente distribuite sostituiscono la tiratura quale parametro del calcolo, la distribuzione complessiva e la vendita dovranno essere certificate da una società di revisione.

Il regolamento prevede infine la possibilità per le imprese di inviare le domande di contributo in via telematica, accelerando così i tempi, e misure di controllo più stringenti rispetto al passato.

Il varo del regolamento è arrivato stamani con l’approvazione del Consiglio dei Ministri, dopo aver superato il prescritto parere del Consiglio di Stato e delle competenti Commissioni parlamentari del Senato e della Camera". fonte http://www.governo.it/Presidenza/Comunicati/dettaglio.asp?d=60945

Se mettiamo insieme le due norme ovvero le sospensioni delle agevolazioni postali che colpiscono l'editoria piccola ed indipendente, ed il presente regolamento che vincola l'erogazione dei contributi alle copie effettivamente distribuite il gioco è fatto.

Come si possono distribuire copie di libri, quotidiani ecc se non si possono coprire i costi della spedizione?
Quindi prima mi togli le agevolazioni postali, di spedizione, e successivamente vincoli i contributi dello Stato per l'editoria alla distribuzione effettiva.
Per distribuzione  di copie,si deve intendere, come sembrerebbe emegere all'interno di tale regolamento, "quelle poste in vendita in edicola o presso punti vendita non esclusivi, entrambi tramite contratti con societa’ di distribuzione esterne e quelle distribuite in abbonamento a pagamento. Non potranno essere inserite nel calcolo le copie vendute in blocco a un prezzo inferiore a quello indicato sulla testata".
Se qualcuno pensa che questa sia una forma di regime volta a reprimere la libertà d'informazione ha tutte le ragioni per affermare ciò.
Semplicemente perchè non si è nella possibilità materiale, concreta di poter concorrere con le grosse catene di distribuzione che monopolizzeranno sempre di più il controllo dell'informazione, filtreranno le notizie che vorranno loro e come vorranno loro.
Il prossimo passo, dopo i falliti tentativi pregressi, sarà internet, unica risorsa,ad oggi, libera.

Marco Barone

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