La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Milano: presto la chiusura del Triboniano, il più grande campo nomadi della città

Vertice nella prefettura di Milano: presto la chiusura del Triboniano, il più grande campo nomadi della città

Maroni: «Proporrò al Governo e al Parlamento che ci venga data la possibilità di espellere i cittadini comunitari se non hanno i requisiti previsti dalla direttiva europea del 2004»

Il Triboniano, il campo nomadi che ospita circa 500 persone all'estrema periferia nordoccidentale di Milano, è una priorità del piano per l'emergenza rom concordato con il Viminale e potrebbe essere definitivamente chiuso già entro la fine di ottobre.

La conferma è arrivata nel corso di un vertice che si è tenuto presso la prefettura di Milano, alla presenza del ministro dell’Interno Roberto Maroni.
Sarà il prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi, in qualità di commissario straordinario per l'emergenza rom, a individuare una sistemazione abitativa per le famiglie nomadi che saranno sgomberate dai campi destinati alla chiusura.

Il ministro dell'Interno ha evidenziato la necessità di una nuova normativa per applicare concretamente nel territorio italiano quanto previsto dalla direttiva europea del 2004 che disciplina il soggiorno dei cittadini comunitari negli altri stati membri dell'Unione europea.
«Serve una innovazione legislativa - ha spiegato il ministro dell'Interno - per applicare concretamente gli obiettivi della direttiva europea del 2004».
«Occorre - ha osservato Maroni - un segnale netto anche in vista di scadenze importanti, come l'allargamento dell'area Schengen alla Romania, e il sistema da predisporre sarà basato su due aspetti: il rigore, ovvero rimane soltanto chi è nelle condizioni per poter rimanere e rispetta le regole, e poi l'accoglienza e l'integrazione».

Maroni ha confermato, infine, che nel capoluogo lombardo sarà ospitata la sede della nuova Agenzia per i beni confiscati alla mafia. «Presto a Milano aprirà la sede dell'Agenzia - ha affermato il titolare del Viminale - e mi aspetto che a breve ci sia un aumento dei beni confiscati alle mafie che entreranno nel patrimonio delle amministrazioni pubbliche».
Maroni ha ricordato che la Lombardia è la quarta regione italiana per il numero dei beni confiscati alla criminalità organizzata.

Al vertice hanno partecipato, oltre al commissario straordinario per l'emergenza rom prefetto Gian Valerio Lombardi, il presidente di Regione Lombardia Roberto Formigoni, il suo assessore alla Protezione Civile Romano La Russa, il presidente del consiglio regionale Davide Boni, il sindaco di Milano Letizia Moratti, il vice sindaco Riccardo De Corato, l'assessore alle Politiche Sociali Mariolina Moioli, l'assessore al Turismo Alessandro Morelli, per la Provincia il presidente Guido Podestà e l'assessore alla Sicurezza Stefano Bolognini.

fonte: http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/sala_stampa/notizie/2100_500_ministro/0068_2010_09_28_vertice_rom_milano.html

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