La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Il Senato approva il ddl lavoro

Il Senato ha approvato il ddl lavoro in sesta lettura con 147 sì, 104 no e due astenuti. Il testo passa ora alla Camera per il varo definitivo. Palazzo Madama, in sede di Commissione e poi anche in Aula, ha infatti apportato diverse modifiche al testo ricevuto da Montecitorio. Per quanto riguarda l'introduzione dell'arbitrato nelle controversie di lavoro tra dipendente e azienda, in sostituzione del ricorso al giudice, la novità non varrà in materia di licenziamenti. E questa è una conferma.

È stato però cassato il testo della Camera che recepiva un emendamento del Pd in base al quale si poteva ricorrere all'arbitrato solo per le controversie di lavoro già insorte. Il testo approvato dal Senato stabilisce che si possa ricorrere all'arbitrato anche preventivamente, e non quando insorge una controversia. La scelta se ricorrere o no all'arbitrato non potrà avvenire prima della conclusione del periodo di prova, ove previsto, oppure se non siano trascorsi almeno 30 giorni dalla data di stipulazione del contratto di lavoro, in tutti gli altri casi.

Altra novità riguarda l'amianto nei navigli di Stato. L'aula ha infatti approvato un emendamento che prevede lo stanziamento di 5 milioni di euro annui per i risarcimenti alle vittime, assimila coloro che hanno perso la vita alle 'vittime del dovere' ed elimina l'eventuale illecito penale senza voler pregiudicare i risarcimenti.

Dietrofront sui licenziamenti orali: i termini di impugnazione restano di cinque anni e non di 60 giorni come per le altre forme di licenziamento. Lo prevede un emendamento del relatore Maurizio Castro. In base allo stesso emendamento, i 60 giorni sono estesi anche all'impugnazione dei licenziamenti invalidi. "Il licenziamento – si legge - deve essere impugnato a pena di decadenza entro 60 giorni dalla ricezione della sua comunicazione in forma scritta, dei motivi, ove non contestuale, con qualsiasi atto scritto, anche extragiudiziale, idonee a rendere nota la volontà del lavoratore".

Il ddl era stato rinviato alle Camere dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Una pioggia di critiche arriva dal Partito democratico. Per la capogruppo in Senato, Anna Finocchiaro, il ddl "mortifica i diritti dei lavoratori, perchè il governo Berlusconi sceglie di stare dalla parte dei più forti. È una mistificazione dire: non lasceremo nessuno per strada. La verità è che migliaia di italiani sono senza lavoro e senza cassa integrazione". Rincara la dose il vice segretario, Enrico Letta. Il ddl doveva essere il "pezzo forte" del programma, ma si è trasformato in un "polpettone".

Per Fulvio Fammoni (Cgil) il ddl " rappresenta una vera e propria controriforma del diritto e del processo del lavoro". Secondo Fammoni il testo "non contiene alcun intervento di cambiamento sui temi dell’arbitrato, della certificazione e del ruolo del giudice del lavoro, come peraltro richiesto da tanti costituzionalisti, avvocati, magistrati ed esperti del diritto del lavoro". Infatti, aggiunge, "sei mesi dopo il rinvio da parte del Capo dello Stato - conclude - si vogliono approvare provvedimenti che contengono pareri e vizio di incostituzionalità e sui quali la Corte sarà chiamata a pronunciarsi".

fonte: http://www.rassegna.it/articoli/2010/09/29/66989/il-senato-approva-il-ddl-lavoro

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