Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Marchionne vuole la Tregua di Parabiago?


Le parole di Marchionne sulla tregua sociale...giungono con l'anniversario della tregua di Parabiago.

Coincidenza?

Tregua di Parabiago (28-29 agosto 1257): premessa di un trattato di pace, chiamato Pace di Sant'Ambrogio, che pose fine alle lotte interne al Comune di Milano tra popolo (Commune populi) e nobiltà (Commune militum), scongiurando così una guerra civile.
Tali "litigi" iniziarono per colpa delle ambizioni dell'allora Arcivescovo Leone da Perego, capo dei nobili, che per mantenere i privilegi tradizionali, non volle ammettere il popolo alla politica cittadina.

Culminarono però con un omicidio: un nobile, Guglielmo da Landriano, per far fronte ad una personale crisi economica, si indebitò con il popolano Guglielmo Salvo di Porta Vercellina, ma non riuscendo più a restituirgli i soldi, decise di assassinarlo con l'inganno, invitandolo nella sua villa di Marnate, e nascondendo il corpo, che fu poi ritrovato dalla servitù e portato in Milano, per le vie e le piazze principali, scatenando così l'ira "popolana".Nel frattempo si era mossa la macchina diplomatica e grazie agli ambasciatori di Brescia, Bergamo, Crema, Novara, Pavia e Lucca, capeggiati dal conte Egidio di Cortenuova, si chiese una tregua per far poi intervenire il Papa alla riappacificazione.

Infine si decise di incontrarsi a Parabiago, ove il 28 agosto, sul sagrato della chiesa dei Santi Gervaso e Protaso, i due porta-voce precedentemente eletti, Bardino Bosso per i nobili e Jacopo Eusebio per il volgo, discussero il compromesso e lo firmarono definitivamente il giorno dopo (29 agosto), sotto la mediazione dei Frati Predicatori Minori, rappresentanti occasionali del Vaticano.

La Tregua venne pubblicata per un mese, in entrambe le fazioni e durò un anno, sostituita dalla definitiva Pace di Sant'Ambrogio (4 agosto 1258), chiamata così perché venne firmata nella Basilica di Sant'Ambrogio a Milano.
fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Tregua_di_Parabiago

Sostituiamo la commune populi con gli operai della Fiat, e la commune militum con la Fiat padronale, l'analogia è ampia...

Marco Barone.

fonte foto: lacomunidad.cadenaser.com

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