Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Classi sovraffollate. Se gli edifici non sono a norma la colpa non è del ministero, ma degli enti locali

Una rivoluzionaria sentenza del Tar del Veneto, depositata il 12 maggio col numero 1990 e della quale ci dà notizia Italia Oggi di giorno 29 maggio 2010 a pagina 45, slega i provvedimenti sugli organici del ministero dalle violazioni della normativa sulla sicurezza.

Se gli edifici non sono a norma i colpevoli sono gli enti locali, proprietari degli immobili, come i comuni, che devono garantire la condizione di sicurezza per il sereno svolgimento delle attività didattiche. Quindi, è agli enti locali che bisogna far ricorso e non al MIUR e le eventuali violazioni non hanno alcuna influenza sulla legittimità dei provvedimenti per la formazione degli organici.

Inoltre, la sentenza sostiene che "la prassi di diramare con circolari schemi di decreti non ancora vigenti, non costituisce di per sé motivo di illegittimità degli atti adottati sulla base degli indirizzi contenuti nelle circolari, posto che l’intera procedura si giova dell’efficacia sanante della normativa sopravvenuta". Quindi, un colpo di spugna nel momento in cui il regolamento viene emanato.
fonte: http://www.orizzontescuola.it/node/8986

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