La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Se per rivolgere il «buongiorno» è necessario un ordine di servizio

IL CASO DEL COMUNE DI GAVARDO, NEL BRESCIANO

Se per rivolgere il «buongiorno»
è necessario un ordine di servizio

«Non so voi, ma io sogno un paese dove buongiorno vuol dire buongiorno», diceva Cesare Zavattini. Ma era una metafora. Viviamo in tempi maleducati: oggi chi saluta è quasi un benemerito. Ai dipendenti del Comune di Gavardo, nel Bresciano, il saluto adesso viene chiesto di farlo con un ordine di servizio, preceduto da un'avvertenza: quando si pronuncia la fatidica parola ci si deve alzare in piedi. Meglio dare anche un' occhiata all'orologio: nelle ore post meridiane, specifica l'ordinanza, «bisogna dire buonasera». Chissà se questo surreale bon ton municipale contribuirà ad alzare il tasso di cortesia nel palazzo comunale.

Di sicuro metterà a posto la coscienza del segretario generale, autore del proclama da caserma affisso in bacheca e spedito a tutto il personale, specificando (cavallerescamente) che si tratta di «egregi signori» e «gentili signore». Non è finita qui. Il contegno del personale e le modalità di comportamento nel municipio di Gavardo prevedono l'obbligo di effettuare il saluto militare per gli appartenenti alla polizia locale, «riconoscendo a vista», possibilmente, «il grado o l'autorità di chi gli si presenterà davanti». Scritto, timbrato e firmato con una postilla finale: «Ogni violazione di tali disposizioni potrebbe costituire illecito disciplinare». Possiamo pensare all'eccesso di zelo, all'esagerazione di un funzionario affezionato agli antichi riti purtroppo perduti, a chi dice «prego» alle signore prima di passare ad una porta, o «scusi», quando in una coda si sgomita un po'.
Ma nell'atto, immaginiamo provocatorio, del segretario comunale di Gavardo, si può leggere il disagio per la progressiva erosione delle regole che contagia la nostra vita quotidiana. La mancanza di buone maniere la riscontriamo ogni giorno sui bus, in tram o nelle strade, dove gli indisciplinati sono anche i più aggressivi. Affidare però a un'ordinanza la buona educazione non è un bel segnale, sembra di tornare all'epoca in cui si vedevano nei bar questi cartelli: vietare sputare per terra. Siamo messi male se per dire buongiorno, a Gavardo, qualcuno si è ridotto a chiederlo non per piacere, ma per legge.

Giangiacomo Schiavi http://www.corriere.it/cronache/10_aprile_29/buongirono_schiavi_392e6052-534d-11df-afe0-00144f02aabe.shtml

Condivido il fatto che nel detto articolo si sostiene siamo messi male se per dire buongiorno è necessario emettere ordine di servizio, ma è allucinante il fatto che oltre la questione del buongiorno ci si debba alzare in piedi nel dirlo.La cosa che è sfuggita forse al giornalista è che tale provvedimento è di stampo autoritario nel senso che mira a consolidare formalmente il rispetto dell'autorità!
Mi ritorna in mente l'esperienza vissuta ai tempi della scuola elementare, dove oltre bacchette di legno e schiaffoni, bisognava rispettare l'autorità maestro, tutti in piedi al suo arrivo, tutti in piedi alla sua uscita.
Il rispetto della persona ha un valore sociale degno di ogni considerazione, ma quello dell'autorità no.
Il fatto che si viva in una società "scortese" è un dato di fatto, ognuno vive per la propria persona,basta vedere quello che succede di norma quando si passeggia e cammina per esempio sopra i morti per strada, si prende la tintarella con a due passi una persona morta, si resta indifferenti alla sofferenza delle persone per non parlare di altro.
Certo il fatto della emissione di tale ordine di servizio è ridicola come questione ma anche allarmante e pericolosa perchè è con le piccole iniziative che si rischia di tornare anche formalmente nei rapporti di cortesia forzata ai tempi bui del ventennio.
L'educazione della persona non può maturare tramite forzature,e sinceramente tale atto autoritario spero venga cestinato quanto prima perchè se così non fosse, se dovesse perdurare nel tempo e peggio ancora trovare affermazione, allora arriverà il momento dove verrà emesso ordine di servizio per ogni cosa che riguarda lo stato di convivenza all'interno dell'ambiente di lavoro e la libertà di poter decidere se "dare" o meno il buongiorno verrà meno...ma addirittura alzarsi in piedi è fuorviante, o forse no visto l'andazzo generale delle cose.
Che tempi...
MarcoB.

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