Il tempo si è letteralmente fermato alla stazione di Miramare di Trieste

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Un gioiellino liberty di epoca asburgica, che consente di arrivare al castello di Miramare, attraversando il polmone verde di Trieste, che affascina il viaggiatore, perchè il tempo si è fermato in via Beirut, a  Grignano come in nessun altro luogo a Trieste.  Un gioiellino che è ora chiuso, ora aperto, ma che necessita di essere valorizzato, riqualificato. Purtroppo già in passato preso di mira da azioni di vandali, ragione per cui venne eliminato il glicine che caratterizzava la pensilina esterna, preso di mira con vandalismi che hanno comportato spese per migliaia di euro da parte di RFI per effettuare interventi di restauro di natura  conservativa. Quella piccola stazione affascina e non ha eguali in Italia, ed è auspicabile che si possano trovare le risorse, gli intenti, la volontà, per farla ritornare ai fasti di un tempo. Purtroppo il tempo fa il suo corso e dei lavori di manutenzione sono necessari per ripristinare quel bene storico che viene invidiato da chiunque si soffermi a

UN ANNO DA "PIOMBO FUSO"... NOI NON DIMENTICHIAMO NOI NON PERDONIAMO!

Il 27 dicembre 2008 i cieli di Gaza si riempivano di scie bianche
luminose: incominciava "Piombo Fuso", una delle più sanguinose
operazioni militari che il criminale stato d'Israele abbia mai condotto
contro il popolo di Palestina. Quelle scie nel cielo erano le bombe al
fosforo bianco usate deliberatamente dall'aviazione israeliana contro
la popolazione civile. A questi primi feroci bombardamenti segue, il 3
gennaio 2009, l'invasione di terra che continua a seminare morte e
distruzione.
Tutti i fidi sostenitori dei sionisti correvano a censurare le immagini
provenienti dalla Striscia, a tentare di nascondere ai nostri occhi
quali orribili barbarie venivano commesse, condannando a parole ogni
forma di violenza, proprio mentre restavano fermi per dare a Israele il
tempo di colpire... Continuando a raccontarci che Israele si stava solo
difendendo da Hamas e dai suoi razzi Quassam – senza precisare che
questi razzi, forma disperata di resistenza contro l'occupazione
militare della propria terra, negli ultimi otto anni avevano fatto
all'incirca 15 morti israeliani, contro le migliaia di palestinesi
morti e feriti nello stesso periodo, senza contare i quasi 1500
palestinesi barbaramente uccisi e i 5.000 feriti solamente nei 21 giorni
dell'operazione...
Mentre i governi imperialisti di tutto il mondo chiudevano gli occhi (e
chi, come i carabinieri italiani, anche il valico di Rafah, contribuendo
ad imprigionare la popolazione di Gaza sotto i bombardamenti), forti
erano anche le proteste: a Roma un corteo di più di 100.000 persone
attraversava le strade della città per chiedere la fine
dell'aggressione israeliana, ad Astakos i compagni greci bloccavano una
nave carica di armi diretta in Israele, nel Regno Unito si occupavano le
facoltà, mentre tutto il mondo arabo scendeva in piazza venendo
brutalmente represso dai regimi collaborazionisti.
In quei giorni di massacro furono palesi le politiche genocide
dell'imperialismo sionista, che da 61 anni occupa la terra di Palestina
perpetrando una sistematica e scientifica strage del suo popolo.
Genocidie, sì: perché alle fasi di attacco “diretto” con azioni militari
indiscriminate (bombardamento di scuole, moschee, edifici ONU...), e con
armi non convenzionali (bombe al fosforo, bombe DIME, uranio impoverito
– strumenti di morte che provocano mutilazioni, malattie a lungo
termine, o che devastano il territorio, contaminando persino le falde
acquifere...), si aggiunge l'occupazione e l'embargo, un'opera di
stermino quotidiano, fatta di lutto, miseria, disoccupazione,
checkpoint, assassini mirati, raid notturni, sindromi post-traumatiche,
depressioni, suicidi, uso di sostanze stupefacenti per sopportare la
realtà...
Oggi, ad un anno dalla strage di mano israeliana e complicità
occidentale, noi non vogliamo soltanto ricordare: vogliamo anche far
ricordare ai sionisti e ai loro sponsor italiani che la rabbia è ancora
viva, che il fuoco della resistenza del popolo palestinese brucia più
del loro fosforo. Che non ci rassegneremo a considerare la Palestina
un'emergenza umanitaria, ma una questione politica che richiede tutto
il nostro impegno, convinti come siamo che non ci potrà mai essere
nessuna pace, in Palestina e nel mondo intero, se prima non ci sarà
giustizia!

FINO ALLA VITTORIA!

http://red-net.it/ http://politecnico09.splinder.com/
politecnico09@yahoo.it

Collettivo Autorganizzato Universitario (Napoli), Coordinamento II
Policlinico (Napoli), Collettivo Politico di Scienze Politiche
(Firenze), Collettivo 20 Luglio (Palermo), Collettivo Lavori in Corso
(Roma), Resistenza Universitaria-Laboratorio politico della Sapienza
(Roma), Assemblea di Scienze Politiche (Milano), Rete Studenti (Salerno)

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