C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

I veri eroi del clima restano in carcere fino alla Befana

Copenhagen, Danimarca — Quattro dei nostri attivisti passeranno le feste di fine anno in prigione dopo che l’Alta Corte del Regno di Danimarca ha rigettato l’appello per il loro rilascio. I quattro eroi del clima - Juantxo, Joris, Nora e Christian - sono stati arrestati dopo la pacifica protesta "in smoking" effettuata in occasione del Banchetto di Stato per i leader che partecipavano al Summit di Copenhagen.

Condanniamo la decisione della Corte danese come un’ulteriore “ingiustizia climatica” dopo il misero fallimento del Summit e dei cosiddetti leader che vi hanno partecipato: nessun accordo vincolante per tagliare le emissioni di gas clima alteranti. Altri dimostranti pacifici sono detenuti a seguito delle proteste realizzate in occasione del Summit.

La polizia intende tenere in prigione i quattro attivisti fino al 7 gennaio: questa detenzione, anche dopo la decisione della Corte, è a totale discrezione del Capo della Polizia della Danimarca. Abbiamo pienamente collaborato con le autorità senza celare alcun aspetto delle proprie attività, compreso quanto ha portato il gruppo di tre attivisti a infiltrarsi nel cordone di sicurezza che avrebbe dovuto proteggere i Capi di Stato invitati al banchetto della Regina.

I nostri attivisti sono pronti a rischiare la loro libertà per una giusta causa. Abbiamo dato ampie assicurazioni che loro non si sottrarranno, come è sempre stato, al processo. Lasciarli in prigione per le feste di fine anno è quindi una violenza inutile e gratuita.

Sebbene per motivi di sicurezza i dettagli che hanno permesso la nostra azione non verranno resi pubblici, ribadiamo che l’operazione si è interamente basata su informazioni e materiali interamente pubblici. Inoltre, tutto l’apparato scenico aveva chiari elementi farseschi: in una delle limousine affittate, il logo di Greenpeace era ben evidente e fissato con un paio di calzettoni. Una delle targhe era con il numero 007 (quello di James Bond) e i lampeggianti della polizia sono stati comprati (Euro 6,70) su internet.
http://www.greenpeace.org/italy/news/attivisti-carcere-copenhagen

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