Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Mafia: Mare Nostrum, al processo in appello confermate 39 condanne

MESSINA - Trentanove condanne tra quelle inflitte in primo grado sono state confermate questa mattina dai giudici della Corte d'Assise d'Appello di Messina, nell'ambito del maxiprocesso Mare Nostrum, che ha visto alla sbarra 130 imputati accusati di aver fatto parte dei clan mafiosi che, tra la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90, hanno imperversato nella zona dei Nebrodi e nella fascia tirrenica della provincia. Trenta le assoluzioni, quindici gli ergastoli inflitti a sei degli imputati. (RCD)

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