Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

Immagine
Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Egitto, Amnesty International denuncia: centinaia di migranti muoiono al confine con Israele


Soldati israeliani confermano: "Sappiamo di uccisioni quasi tutti i giorni"

Diversi gruppi di attivisti per i diritti umani, tra cui Amnesty International, sostengono che le cifre ufficiali relative ai migranti uccisi dalle forze egiziane al confine con Israele, non rivelano la gravità del bilancio. Secondo questi dati sarebbero sette le vittime dall'inizio del mese ma diverse testimonianze parlano di uccisioni quotidiane. Sigal Rosen, dell'Ong "Moket", ha dichiarato all'agenzia Irin che" credo fortemente che ci siano centinaia di morti non dichiarte".
Sigal riferisce anche di aver parlato con centinaia di rifugiati e che tutti hanno raccontato di vittime nel loro gruppo. Cita poi anche fonti dell'esercito israeliano schierato al confine che "sentiamo sparare tutte le notti e quasi tutti i giorni siamo informati che le forze egiziane hanno ucciso qualcuno".
Il portavoce del ministero degli Esteri egiziano, Hossam Zaki, ha risposto a queste affermazioni sostenendo che "la protezione dei confini dell'Egitto è limitata dai trattati e dalle convenzioni internazionali". Si apre il fuoco sui migranti, continua Zaki, "solo dopo che hanno ignorato l'ordine di fermarsi".
Human Rights Watch sostiene che anche in questo caso, non costituendo l'attraversare il confine un pericolo grave e immediato alla sicurezza, aprire il fuoco è illegale.
Nonostante il grande rischio che la rotta egiziana comporta, sono da 400 a 600 le persone che riescono ad entrare in Israele illegalmente ogni mese. La cifra dei richiedenti asilo attualmente sul suolo israeliano oscilla tra i 17 mila e i 24 mila.
da peacereporter

Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot