Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro.


L'Ilo: un morto ogni 15 secondi

28 aprile 2009. Oggi a Ginevra si celebra l'evento mondiale per sensibilizzare l'opinione pubblica sui temi della prevenzione e del contrasto alle malattie professionali. La drammaticità dei numeri: ogni anno 2,3 milioni di vittime di incidenti letali e 280 milioni di infortunati

GINEVRA - "Ogni 15 secondi un lavoratore muore per incidente o malattia professionale, ogni giorno circa un milione di lavoratori subiscono un infortunio e ogni giorno si possono verificare oltre 5.500 incidenti mortali". E' questo il bilancio stimato dall'Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro) nel rapporto "Health and life at work: a basic human Right", pubblicato oggi in occasione della Giornata mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro.

Un bilancio, purtroppo, in continuo peggioramento. Secondo l'organizzazione dell'Onu, ogni anno muoiono 2,3 milioni di lavoratori per incidenti sul lavoro o malattie professionali. E, oltre ai casi di incidenti letali, sono circa 280 milioni gli infortuni sul lavoro non mortali e 180 milioni i nuovi casi di malattie professionali che si verificano ogni anno. Tutto questo ha un costo altissimo, non solo sociale ma anche economico, che si aggira intorno al 5% del prodotto nazionale lordo mondiale.

Proprio per questo il rapporto dell'Ilo richiama l'attenzione di istituzioni, datori e lavoratori sulla necessità di attuare un efficace sistema di gestione dei pericoli e dei rischi negli ambienti professionali, a favore della tutela di tutti i soggetti coinvolti nel processo produttivo. Molteplici i fattori di criticità che, secondo l'Ilo, possono pregiudicare il benessere psico-fisico e sociale dei lavoratori: dalle innovazioni tecnologiche (che modificano in tutti i settori dell'economia le caratteristiche dell'organizzazione delle imprese) alle relazioni lavorative, alla composizione della forza lavoro; dall'andamento demografico e occupazionale (che condiziona il tipo e la natura dei rischi negli ambienti di lavoro) alla crisi economica mondiale che, incidendo sulla struttura organizzativa delle imprese, compromette le misure di sicurezza e provoca una maggiore compromissione dei fattori psico-sociali e un aumento dei costi umani ed economici legati al fenomeno degli infortuni.

"La salute e la sicurezza sul lavoro è un diritto umano e parte integrante di un'agenda per lo sviluppo incentrata sull'individuo", afferma, così, il direttore generale dell'Ilo, Juan Somavia. "Un lavoro non sicuro è una tragedia umana, una preoccupazione quotidiana: la povertà aumenta laddove le malattie o gli infortuni riducono o eliminano la capacità di lavorare. Molte di queste tragedie che interessano ogni anno milioni di lavoratori rimangono sconosciute e lontane dalle prime pagine dei giornali. Eppure, si potrebbe fare molto per prevenirle. Ci guadagnano tutti ad avere un ambiente di lavoro sicuro e salubre. I lavoratori e le loro famiglie, i governi, le imprese, le società e le economie hanno dei vantaggi a ridurre gli incidenti sul lavoro, gli infortuni e le malattie professionali".

(sac/roma)da inail

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