Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

UE poco attenta alle donne

Le donne europee ritengono che sono soprattutto i temi della campagna elettorale ad orientare il voto (il 37%) anche se una quota piuttosto considerevole (il 29%) afferma di votare sempre per lo stesso partito. Nelle scelte di voto, il fattore chiave (per il 25% delle intervistate) è la personalità del candidato.

Ma è un coro comune quello che si leva nei 27 Paesi UE: la politica è un mondo ad appannaggio maschile e gli interessi delle donne non sono ben rappresentati nell’Unione Europea (46%) o non sono rappresentati affatto (39%).

Sono alcuni dati che emergono da un sondaggio realizzato da Eurobarometro, presentato in occasione della Giornata internazionale della donna, che offre un’idea più chiara sulle aspettative delle donne in merito alle elezioni europee.

La maggioranza delle donne chiede una maggior rappresentanza femminile al Parlamento europeo, ma niente quote rosa. E per garantire pari opportunità in generale, viene chiesto uno sforzo maggiore per porre fine al divario retributivo, alla violenza sulle donne e per incentivare la parità di accesso al lavoro.

Per conciliare famiglia e occupazione, secondo le donne intervistate, il prossimo Parlamento europeo dovrebbe agire su più versanti: facilitare i servizi per l’infanzia, essere più attivo nella tutela ai consumatori, nella sanità pubblica e nella lotta alla violenza.

Dalla ricerca emerge anche come le donne siano più negative rispetto agli uomini sulla situazione economica, i rischi della globalizzazione e l’impatto dell’euro. Mentre, ancora un terzo delle donne europee si sente discriminata per il proprio genere, con punte molto elevate in Svezia, Grecia, Finlandia ed Ungheria.

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